PERSONALE - Emergenza Coronavirus: il potere datoriale di imporre le ferie d’ufficio

Nella fase d’emergenza per la lotta al contagio da Coronavirus appare oggettivamente paradossale il dibattito sulla collocazione o meno in ferie

Approfondimento di L. Oliveri

Nella fase d’emergenza per la lotta al contagio da Coronavirus, appare oggettivamente paradossale il dibattito sulla collocazione o meno in ferie, anche del 2020 e d’ufficio, dei dipendenti, dal momento che le ferie sono uno degli strumenti necessari a garantire l’attuazione della principale misura anti contagio: il distanziamento sociale.
Contro l’evidenza che occorre attivare ogni strumento capace di tenere lontani i lavoratori dai luoghi di lavoro sulla base di un titolo legittimo che ne garantisca l’intera retribuzione, molti sindacati hanno attivato un fuoco di fila, volto alla “conservazione” delle ferie, ambiguamente riferito alle ferie 2020, ma sotto sotto rivendicante una sorta di diritto all’accumulazione e conservazione ad libitum di quante ferie sembri opportuno al lavoratore.
Non sembrerebbe che nell’emergenza attuale una lotta per la conservazione delle ferie abbia molto senso, specie nel momento in cui si rende sempre più evidente il prolungarsi piuttosto ampio dell’emergenza nel corso dell’anno, tale da rendere poco realistica la prospettiva di fare le ferie secondo le abitudini del tempo passato, quel tempo nel quale le nostre scelte non erano condizionate dal Coronavirus.
Non di meno, è evidente che ciascuno può approcciarsi individualmente al futuro, in modo più o meno ottimistico. Quel che appare meno evidente è l’opportunità di sollevare conflitti sul tema della fruizione delle ferie, come strumento, si ribadisce, di contrasto al contagio.

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