• 6 Febbraio 2014
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Anche la regione Molise si è data una L. R. sulla cremazione: si tratta della L. R. (Molise) 12/11/2013, n. 19, che appare l’esito di una serie di “taglia & incolla” da leggi regionali di altre regioni.
Si può osservare, tra l’altro, come non manchino disposizioni che possono applicarsi unicamente (per l’elementare quanto ovvio principio per cui le leggi regionali hanno applicazione nell’ambito della regione che le ha adottate, principio che “scandalizza” alcuni soggetti che non conoscono la differenza tra norme, loro rango e livelli di governo, quasi che l’enunciarlo costituisca ulteriorie segno della pervasività della “burocrazia”, che non lascia operare) ad impianti di cremazione attivi in cimiteri della regione, il ché (si narra) sembrerebbe non aversi,m come non dovrebbero aversi neppure i “nunmeri” per ipotizzare, in un futuro di breve-medio termine, ogni prospettiva di realizzazione di impianti di cremazione nella regione.
In pratica, si è in presenza di un (inutile) esercizio di stile, che magari gratifica chi l’ha promossa.
Su tale L. R. (Molise) 12/11/2013, n. 19, va ricordata anche la circolare SEFIT n. 3970 del 23/1/2014 (www.federutility.it) che formula specifiche considerazioni, incluse quelle che non affrontano la questione se l’inumazione dell’urna cineraria costituisca “conservazione”, oppure una peculiare modalità di “dispersione delle ceneri”, aspetto che potrebbe esporre a contenbziosi, sgradevoli.
Ma – forse- è troppo per pretendere che, negli ambiti regionali, si colgano questi risvolti, che non possono qualificiarsi come secondari.

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