Procedimenti elettorali, fasi preparatorie e adulterazioni dei procedimenti

Procedimenti elettorali, fasi preparatorie e adulterazioni dei procedimenti

Dopo la decisione del T.A.R. per la regione Piemonte, Sez. 1^, sent. n. 58/2014 del 10/1/2014 con cui è stato pronunciato l’annullamento dell’elezione degli organi della regione Piemonte, vi sono state reazioni di vario ordine, ben comprendendosi anche come chi ne venga a scontare le conseguenze possa ricorrere ad argomentazioni anche strumentali (il ché è nell’ordine, umano delle cose), magari formulando considerazioni sull’esito delle elezioni così annullate.
Quello che ben pochi hanno rilevato è il fatto che, e non solo nel caso di specie, ma in molte altre consultazioni elettorali, ai vari livelli, i processi di formazione delle liste e candidature siano, abbastanza frequentemente, affetti da “peccati originari”, come (es.) firme di sottoscrittori/presentatori “taroccate”, autenticazioni fatte alla leggera (per non dire altro), risultando ben poco credibile che i numeri dei presentatori siano raccolti in termini temporali spesso relegati all’ultimo momento, ecc.
In altre parole, la fase di presentazione delle liste presenta troppo frequentemente (e in numerose realtà, come è emerso in più occasioni dalle cronache) risvolti a caratterizzazione penale (il ché non è punto irrilevante).
Se ne ricava che la questione non può proprio essere posta in termini di accanimento dei giudici (quei “cattivoni” …) contro questo o quello, ma evidenzia come vi sia un, diffuso, malessere dovuto ad una pauperizzazione cultura che vede nell’osservanza delle norme un limite all’arbitrio. Altrettanto, per un personaggio, abbastanza noto, che, per quanto trovandosi in condizioni espresse d’incandidabilità, intende candidarsi un po’ dovunque, dove il “gioco” che traspare è quello della pre-costituzione delle condizioni per impugnare i provvedimenti di depennamento da parte degli uffici centrali circoscrizionali, attivando ulteriori contenziosi in sede di giustizia amministrativa, in modo da arrivare ad decisioni ben più ravvicinate, sotto il profilo dei termini temporali, alla data della consultazione elettorale, magari fidando su diversità di valutazioni della giustizia amministrativa nelle diverse sedi, il ché consentirebbe, poi, di evidenziare, propagandisticamente, queste possibili non uniformità. Il tutto, non in funzione di pervenire ad assemblee elettive più o meno operative e funzionanti, ma – principalmente – di costruire ulteriori argomenti per polemiche accentuatamente strumentali.

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