Legge di stabilità 2014 …… con ipotesi di elezioni in unica giornata

Legge di stabilità 2014 …… con ipotesi di elezioni in unica giornata

Il C.d.M. del 15/10/2013 ha/avrebbe approvato, unitamente al D.d.L. sulla legge di bilancio (annuale e triennale), la c.d. Legge di stabilità 2014 (o, meglio, il suo D.d.L.), nei termini “richiesti” per il vaglio preventivo da parte della Commissione dell’Unione europea.
Come sempre, appare opportuno passare dai comunicati stampa ai testi dei D.d.L. , avendo presente, tra l’altro, come nel comunicato stampa sia presente la formulazione: “ …. Il Governo reputa che nel corso dei prossimi mesi il bilancio dello Stato potrà registrare ulteriori introiti che tuttavia non possono oggi essere quantificati e quindi contabilizzati. …. “.
Tra l’altro, corrono voci (es.: http://www.huffingtonpost.it/2013/10/15/enrico-letta-legge-stabilita-voto-domenica_n_4101622.html?utm_hp_ref=italy oppure: http://www.leggo.it/NEWS/ECONOMIA/legge_stabilit_amp_agrave_imu_tagli_sanit_amp_agrave/notizie/340164.shtml oppure: http://tg24.sky.it/tg24/politica/2013/10/15/governo_letta_presentazione_legge_stabilita.html , ma, soprattutto, http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/Audiovisivi/dettaglio.asp?d=73309 , al 38°  minuto … )  che si preveda che le consultazioni elettorali si svolgano in un’unica giornata (ma non si ipotizza, sembra, alcun election day …, es.: prevedendo le elezioni da svolgere in primavere in contemporanea con quelle per il Parlamento europeo del 25/5/2014).
L’ipotesi di un election day sarebbe del tutto auspicabile non solo per il contenimento dei costi degli uffici elettorali di sezione, comprendenti anche le funzioni della Forza Pubblica, ma anche per “unificare” i procedimenti preparatori, cioè le revisioni dinamiche straordinarie (al cui proliferazione è spesso incontrollata), nonché i costi della propaganda elettorale connessi alla L. 4/4/1956, n. 212, normativa questa che risulta del tutto datata, in particolare per il fatto che si tratta di modalità di propaganda ormai, di fatto, abbandonata dalle forze politiche e liste elettorali concorrenti, lasciando la sensazione che la loro osservanza costituisca un oggettivo “spreco” (il ché, in molti casi, oggettivamente passa dalla sensazione alla effettività).

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