CITTADINI STRANIERI - La tassa sul permesso di soggiorno in Italia è sproporzionata, lo ha detto la Corte UE

Sentenza n. C-309/14 del 2 settembre 2015

L’unione Europea ha stabilito con la sentenza n. C-309/14 del 2 settembre 2015 che la tassa per il permesso di soggiorno chiesta dall’Italia agli immigrati è troppo alta.

La tassa che attualmente si attesta tra gli 80 e i 200 euro è stata giudicata “sproporzionata”  e secondo la Corte UE “può creare un ostacolo all’esercizio dei diritti che essa conferisce”.

La normativa italiana sul “contributo per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno” introdotto dall’Italia nel 2010 con il d.lgs. 286/1998 è, quindi, in disaccordo con la direttiva 2003/109/CE sui “soggiornanti di lungo periodo”.

Il ricorso è stato presentato al Tar del Lazio da Cgil e Inca che hanno portato avanti la battaglia legale fino ad arrivare dinnanzi alla Corte di Giustizia.

L’incidenza economica del contributo italiano – ha sottolineato l‘organismo Ue – può essere considerevole a maggior ragione per il fatto che, in considerazione della durata dei permessi e il loro rinnovo, deve essere pagato assai di frequente. La Corte di giustizia Ue ha respinto l’argomento del governo italiano secondo cui il contributo è connesso all’attività istruttoria necessaria alla verifica del possesso dei requisiti previsti per l’acquisizione del titolo di soggiorno.

La Corte non ha risolto la controversia nazionale con questa sua pronuncia: spetterà ora al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione europea.

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