CITTADINI STRANIERI - Condannare gli atti terroristici è giusto, ma condannare tutti i musulmani è controproducente

Le polemiche sollevate dalla circolare emessa dall'assessore all'istruzione del Veneto

Una circolare firmata dall’assessore veneto all’Istruzione, Elena Donazzan, chiede alle famiglie degli studenti musulmani di condannare apertamente gli attentati terroristici avvenuti a Parigi, a partire dalla strage presso il settimanale “Charlie Hebdo”.

La circolare porta la data dell’8 gennaio ed è stata inviata ai dirigenti scolastici del Veneto, chiedendo che nelle aule venga affrontato il tema del terrorismo di matrice islamica. In particolare Donazzan sottolinea l’esistenza di una “cultura che predica l’odio contro la nostra cultura”.

Donazzan chiede soprattutto che i presidi e gli insegnanti coinvolgano i genitori degli studenti musulmani affinché condannino gli attentati francesi, se vogliono distinguersi dai terroristi:

“È infatti una esigenza necessaria anche per la presenza di tanti alunni stranieri e dei loro genitori nella nostra comunità. Soprattutto a loro dobbiamo rivolgere il messaggio di richiesta di una condanna di questi atti, perché se hanno deciso di venire a vivere in Europa, in Italia, in Veneto, devono sapere che sono accolti in una civiltà con principi e valori”.

In seguito la Rete Europea Contro il Razzismo (ENAR),la Coalizione Italiana per le Libertà e i diritti civili (CILD) e le organizzazioni partner, tra cui ASGI,  hanno chiesto alla Regione Veneto e all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali di sconfessare pubblicamente i contenuti della circolare dell’8 gennaio scorso.

La circolare affermava che “non tutti i musulmani sono terroristi, ma è evidente che tutti i terroristi sono musulmani“(..) soprattutto a loro [“stranieri” e musulmani] dobbiamo rivolgere il messaggio di una richiesta di una condanna di questi atti“.

Secondo le associazioni firmatarie della lettera la circolare è altamente stigmatizzante e contribuisce a un clima di istigazione alla islamofobia e al razzismo in Italia, rafforzato dal fatto che questo documento sia stato scritto da un rappresentante elettivo di un’autorità pubblica. Simili affermazioni, contenute oltretutto in un documento volto a incidere sul processo educativo dei giovani e delle giovani, creano le condizioni per il rafforzamento di processi di stigmatizzazione a lungo termine con un impatto su una vasta parte della società, avendo l’educazione un ruolo centrale nella creazione e promozione della coesione sociale.

(fonte ASGI)

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