CITTADINI STRANIERI - Europa: agenda sviluppo post 2015. Priorità per immigrazione

Nel 2000 le Nazioni Unite hanno istituito gli (OSM), un’iniziativa volta a favorire il raggiungimento di importanti obiettivi di sviluppo, tra cui la riduzione della povertà, la promozione della parità di genere e il contenimento delle malattie. I suoi ideatori, però, hanno trascurato un tema cruciale, quello dell’immigrazione, commettendo un errore che, per fortuna, i leader mondiali sembrano intenzionati a non ripetere nell’agenda di sviluppo post 2015.

La sola quota delle rimesse dovrebbe bastare a convincere il mondo che l’immigrazione merita un posto di rilievo nell’agenda post 2015. L’anno scorso, infatti, i migranti provenienti dai paesi in via di sviluppo hanno inviato alle proprie famiglie , tre volte l’importo stanziato per gli aiuti pubblici allo sviluppo. Sono più di un miliardo le persone che fanno affidamento su questi fondi per pagare l’istruzione, l’assistenza sanitaria, l’acqua e i servizi igienico-sanitari. E se ciò non bastasse, le rimesse implicano anche importanti vantaggi macroeconomici, poiché consentono ai paesi di pagare le importazioni essenziali, accedere ai mercati dei capitali privati e usufruire di una riduzione dei tassi di interesse sul debito sovrano.

Ma molti dei benefici dell’immigrazione si perdono strada facendo. Su un totale stimato di 49 miliardi di dollari guadagnati dai migranti lo scorso anno, gli intermediari finanziari , e rapaci caporali che spesso trattengono un terzo della retribuzione di un immigrato intascano svariati miliardi in più. Nel frattempo, il contrabbando, il traffico, lo sfruttamento e la discriminazione esigono un tributo umano incalcolabile.

È a questo punto che entra in gioco l’agenda di sviluppo post 2015. Con i giusti incentivi, i governi e le aziende possono essere incoraggiati a perseguire politiche tese a garantire che maggiori fondi raggiungano le famiglie povere, mentre si lavora per proteggere i diritti dei migranti e combattere la discriminazione.

Al tempo stesso, l’agenda può aiutare a trasformare la percezione, o le percezioni dei migranti. Allo stato attuale, l’immigrazione è spesso vista come un segno dell’incapacità di un paese di offrire opportunità adeguate, mentre i cittadini dei paesi di destinazione sono propensi a credere che i migranti gli rubino il lavoro, favoriscano la depressione dei salari o sfruttino il loro sistema di welfare.

Tuttavia, il fatto che il 9% dei cittadini britannici vive all’estero dimostra che le persone si muovono indipendentemente dalla ricchezza del loro paese d’origine. Inoltre, è provato che gli immigrati contribuiscono più di quanto prendono, poiché incoraggiano il passaggio di conoscenze, il commercio, il turismo, gli investimenti e anche la creazione di posti di lavoro attraverso iniziative imprenditoriali, svolgendo al tempo stesso lavori importanti – dalla cura dei bambini e degli anziani fino all’accoglienza, alla ristorazione e al lavoro nei campi – giudicati non desiderabili dai locali.

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