CITTADINI STRANIERI - Stranieri, nati in Italia, cittadinanza per nascita e “spinte” locali

Di S. Scolaro

Dopo l’approvazione di una mozione approvata dal consiglio comunale, volta ad attribuire una sorta di “cittadinanza virtuale”, o “simbolica”. ai neo-natio stranieri, un sindaco, sentendosi (comprensibilmente) conseguente ad una tale mozione, ha dichiarato come sia “ …… una vergogna avere una legge che non riconosce la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia …”, riprendendo temi già, da qualche tempo, all’O.d.G. di varie forze politiche.
Non si entra nel merito, salvo non considerare come molte di queste istanze si fondino su una scarsa conoscenza delle norme, dato che vi è (o, vi sarebbe, se noto) già l’art. 4, 2 L. 5/2/1992, n. 91 (che può, volendolo il legislatore) anche essere oggetto di “rimodulazioni”, principalmente quando si affermi che il solo luogo di nascita possa far sorgere un qualche rapporto, giuridico, con il territorio, il quale, semmai, può sorgere altrimenti.
Ma tali iniziative, si collocano sulla scia di altre iniziative adottate, ed adottande, da parte di comuni, come (es.) quella di una diversa regolazione del matrimonio, delle disposizioni anticipate di trattamento (D.A.T.), ecc., ecc., sconfinando nell’ambito della potestà legislativa dell’ordinamento civile (che, per inciso, in alcune materia, come (es.) il diritto di famiglia, potrebbero semmai richiedere una definizione neppure statale, quanto, preferibilmente, a livello dell’Unione europea (si pensi alla previsione dell’art. 81, 3 e ss. T.F.U.E.), ma che costituiscono anche il segnale di uno ”scollamento” tra Stato e Autonomie Locali , dove l’incapacità del primo, lascia spazi alle iniziative delle seconde, seppure “propagandistiche”, ma anche a spinte di “accentramento”.
Anche se, obiettivamente, non se ne ravvisino, al momento, le condizioni, questi episodi segnalano l’esigenza, profonda, di un maggiore ruolo della “politica”, nel senso più alto che possa avere questo termine, con contestuale riconduzione a principi di ordine generale, ormai divenuti del tutto evanescenti. Sembra di trovarsi in una situazione di “spappolamento” del diritto.

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