CITTADINI STRANIERI - Ministro Riccardi: permesso soggiorno prolungato per  gli immigrati in cerca lavoro

‘Allungare da sei mesi ad un anno il tempo per poter cercare un nuovo lavoro’ per gli immigrati disoccupati. E’ questa la proposta lanciata dal ministro per l’Integrazione e la Cooperazione Andrea Riccardi davanti alla Commissione Affari Costituzionali del parlamento. Riccardi ha espresso “preoccupazione” per il problema degli immigrati disoccupati cui scade il permesso di soggiorno dopo sei mesi. In questo modo “si rischia di perdere lavoratori che hanno gia’ fatto un percorso di integrazione”, sottolinea il ministro che dice di non volere una immigrazione fatta di “braccianti semestrali”.
Per il ministro occorre passare dalla fase dell’emergenza a quella dell’accoglienza lungo un percorso di integrazione che passa attraverso la scuola, la sicurezza, la cooperazione e i rapporti internazionali. La questione della presenza degli stranieri e’ stata finora affrontata come “una emergenza, ora ci aspetta la stagione dell’integrazione”, ha detto Riccardi, parlando di un percorso che “parte dalla scuola e arriva fino agli anziani”. Perche’ la scuola “e’ un luogo decisivo per l’integrazione dei bambini e dei genitori”. E come la televisione ha fatto molto per la lingua e l’unita’ dell’Italia, oggi puo’ fare molto per l’integrazione: Riccardi sta gia’ lavorando con il direttore generale della Rai Lorenza Lei per costruire “una sinergia sui temi dell’immigrazione”.
Un altro aspetto “e’ la prevenzione dei conflitti sociali nei territorio”, la “sfida delle citta’”, dove “alte concentrazioni di immigrati possono diventare un fattore negativo, facili detonatori” di tensioni.
Riccardi ha sottolineato il “bisogno di sicurezza“. Ma ha poi parlato dell’importanza di gestire i rapporti con le comunita’ straniere anche attraverso i rappresentanti dei loro Stati , perche’ “le relazioni internazionali vanno connesse all’integrazione” e la “missione del ministero si svolge nel contesto della globalizzazione”. E in questo ambito, cooperazione allo sviluppo e integrazione sono collegate, anche perche’ gli interventi di cooperazione potranno servire “a qualificare i migranti” che poi verranno qui.
Infine il fondatore della Comunita’ di Sant’Egidio si e’ soffermato sul problema della cittadinanza, soprattutto per quei minori che sono cresciuti in Italia. Oggi, ha ricordato, “i minorenni figli di stranieri sono il 7% della popolazione scolastica“. Per chi e’ nato in Italia c’e’ la possibilita’ di chiedere la cittadinanza a 18 anni, ma forse questo percorso potrebbe iniziare prima “perche’ pensarsi italiani aiuta a integrarsi”. Non piu’ solo jus sanguis (cittadinanza per i figli di cittadini) o, come accade negli Stati Uniti , jus soli (cittadinanza per chi e’ nato nel territorio dello stato), ma “jus culturae”, afferma Riccardi, che si dice tuttavia consapevole del fatto che in questa materia “il governo non puo’ che appoggiare quello che maturera’ in parlamento”.

fonte: http://immigrazione.aduc.it/

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