CITTADINI STRANIERI - Comitato per l’Islam italiano, il culto va praticato in luoghi pubblici

Il parere espresso durante una riunione al Viminale con il ministro dell'Interno Maroni e il sottosegretario Mantovano

Integrazione, trasparenza e legalità si raggiungono anche attraverso la pratica del culto in luoghi pubblici o aperti al pubblico destinati alla preghiera. È l’orientamento del Comitato per l’Islam italiano che si è espresso in questo senso per incentivare lo spostamento delle pratiche religiose dei fedeli musulmani dai luoghi privati, dove si svolgono in prevalenza, ai luoghi pubblici. Spesso, infatti, posti in cui formalmente si svolgono attività culturali, ricreative, sportive o commerciali, di fatto cambiano destinazione d’uso trasformandosi in luoghi di culto.

L’organismo, riunito questa mattina a Roma, al Viminale, in presenza del ministro dell’Interno Roberto Maroni e con il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, ha proposto un documento in cui suggerisce l’adozione di una serie di misure che favoriscano la creazione di edifici adibiti al culto islamico in aree idonee, nel rispetto delle normative urbanistiche e sulla sicurezza. Secondo il Comitato, questi luoghi di culto dovrebbero essere aperti a tutti i fedeli islamici, a qualsiasi scuola giuridica appartengano, e sarebbe auspicabile, inoltre, che al loro interno i sermoni venissero pronunciati in italiano.

(fonte: www.interno.it 27/1/2011)

Vedi: Luoghi di culto islamici. Parere del Comitato per l’Islam Italiano

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