AMMINISTRAZIONE DIGITALE - Servizio Civile Digitale: i programmi ammessi, la struttura e i destinatari

L'avviso sperimentale entra nel vivo, con 45 programmi che impegneranno mille giovani volontari in oltre cento progetti

 

Lo scorso 12 maggio il Dipartimento per la trasformazione digitale e il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri hanno pubblicato un avviso sperimentale con l’obiettivo di individuare interventi per offrire, con il coinvolgimento di giovani operatori volontari, supporto e formazione ai cittadini nell’utilizzo delle tecnologie.

Servizio Civile Digitale: i programmi ammessi
Come si può leggere nel comunicato emesso dal Ministero per la Transizione al Digitale, “delle 76 richieste pervenute (quasi il doppio delle risorse disponibili), ne sono state selezionate 45, dando testimonianza del grande interesse da parte degli enti. Si tratta di un dato indicativo che consente di fare una prima valutazione rispetto ai programmi ammessi al finanziamento, soprattutto in vista del prossimo avviso pubblico previsto per fine dicembre e rientrante nel più ampio quadro di finanziamenti previsto da Italia domani, la “road map” prevista dal PNRR”.
Sempre all’interno del comunicato si legge che i “45 programmi ammessi al finanziamento prevedono la realizzazione di 103 progetti, coinvolgendo un totale di 400 enti del terzo settore e amministrazioni locali, in aggregazioni di rete, co-progettazione o partnership. A dare ancora più forza all’avviso sperimentale contribuisce una distribuzione omogenea sul territorio nazionale dei programmi selezionati e una collocazione dei giovani volontari che porta al Sud e alle Isole quasi la metà del numero totale”.
Le attività di facilitazione ed educazione digitale verranno realizzate in sedi istituzionali di formazione, università, scuole, centri professionali ma anche nelle biblioteche, nei punti di incontro delle associazioni, centri famiglia, parrocchie, oratori, strutture residenziali e semiresidenziali per anziani o cittadini con patologie, strutture ospedaliere e dipartimenti sanitari delle ASL. Anche i mercati rionali e paesani e gli spazi di prossimità realizzati dalle associazioni del terzo settore saranno luoghi coinvolti nella realizzazione dei progetti.
Questa varietà spicca ancor di più nelle attività di facilitazione digitale, rese disponibili anche presso gli sportelli di erogazione dei servizi comunali, dei servizi sanitari, come gli sportelli CUP e quelli dedicati alle prenotazioni/pagamento dei ticket, oltre che nei Caf. Sono previsti anche dei punti di facilitazione itineranti, pensati per raggiungere i territori dei Piccoli Comuni e delle zone più periferiche nonché le categorie di cittadini più fragili come gli anziani.
Molti progetti hanno l’obiettivo di potenziare l’utilizzo dei servizi digitali pubblici, inclusi quelli sanitari per gli utenti dei servizi di telemedicina e il personale addetto all’assistenza medica. Una parte molto significativa delle iniziative pone particolare attenzione alla popolazione più a rischio di esclusione sociale, come gli anziani, i migranti, i richiedenti asilo, i pazienti con dipendenza patologica, le famiglie e i giovani delle aree disagiate. L’intento generale è anche realizzare una stretta integrazione delle azioni di educazione, alfabetizzazione e facilitazione digitale con gli interventi di contrasto alla poverta? educativa.
Ricorrono nei progetti anche i temi della continuità e della sostenibilità delle iniziative, con azioni parallele di formazione del personale delle associazioni e dei cittadini, in una logica del “formare i formatori”. In questo senso si prevede lo sviluppo di laboratori che, sulla base di uno scambio intergenerazionale con giovani facilitatori digitali, consentiranno agli over 60 coinvolti di diventare, successivamente, protagonisti attivi nel modello della “educazione tra pari”.

I prossimi passaggi
Quello delineato è pertanto un quadro di iniziative molto promettente che consente di valutare positivamente la risposta di tanti enti no profit a questo avviso sperimentale, permettendo soprattutto di guardare con ottimismo all’imminente avviso pubblico previsto per la fine di dicembre. Nella nuova chiamata, ci sarà spazio per un numero maggiore di progetti, e gli enti no profit che si adoperano per l’inclusione digitale potranno rispondere direttamente, in co-progettazione o in partnership.

>> L’ELENCO DEI PROGRAMMI AMMESSI

>> IL COMUNICATO INTEGRALE DEL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE DIGITALE

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