Ineffabile Elsa.... e riforma del mercato del lavoro

Ineffabile Elsa…. e riforma del mercato del lavoro

Dato che il termine “esodati” non piace, avendo in sé un riferimento a scelte, magari accordi stipulati nelle sedi degli uffici periferici del Ministero assegnatole, Elsa (Fornero) preferisce parlare di “salvaguardati”, termine che lascia intendere un po’ di privilegiuccio.
Vi è stata posi l’intervista su giornale estero, in cui è stata formulata un’affermazione, che, ovviamente è stata mal tradotta (sempre i soliti . traduttori), rispetto a cui se un fatto termine facesse essere inteso come “posto”, magari fisso, forse potrebbe anche condividersi (con qualche precisazione, puntualizzazione e distinguo) l’affermazione, peccato che dal testo, integrale e nella lingua in cui è stato pubblicato, il senso sia proprio quello per cui sono state sollevate osservazioni critiche.
Ma Elsa va un po’in giro chiedendo a questo o a quello (Landini (FIOM) compreso) qualcosa per la serie: “Ma perché mi contestano?” Santa ingenuità . Non lo comprende da sola? Oppure è talmente convinta, come me maestrine, del distacco tra la maestra (che sa ..) e gli alunni, sbarazzini e birichini, cui essa deve trasporre il proprio sapere.
Andando quindi a leggere la L. 28/6/2012, n. 92, non si può notare come il suo incipit contenga una serie di principi, che rischiano di essere, nella situazione contingente, non esenti da accademismi, tra l’altro (art. 1, commi 7 e 8) è prevedendosi come le norme, non direttamente applicabili, costituiscano “principi e criteri” per la regolazione dei rapporti di lavoro dei dipendenti delle P.A., con ciò passando la mano ad altro Ministro, a cui viene attribuita l’individuazione e definizione di ambiti, modalità e tempi di attuazione: “.. anche mediante iniziative normative .”: sembrerebbe una sorta di delega legislativa, anche se non si rinvengono i requisiti dell’art. 76 Cost. (per non considerare nulla attorno a quanto sia già direttamente applicabile, discernimento che può essere esposto a interpretazioni, anche in presenza dell’avverbio “espressamente”).
Per altro, ai dipendenti da P.A. non si applicano le norme sull’ASpI (Assicurazione sociale per l’impiego), per altro limitata, oltre che negli importi (vi è anche una “mini-ASpI” ., nonché un contributo addizionale e una somma (50%) a carico del datore di lavoro .), anche nella durata quando ne siano destinatari ultra 55enni,(cui potrebbe mancare una decina d’anni al collocamento in pensione).
Per inciso, all’art. 3, 11 e 32 così come all’art. 4, si parla di “esodo”, e non di “salvaguardia”, segno che, forse, il termine è presente nel linguaggio giuslavorista. Non è molto ben colto come si sostenga “la genitorialità, promuovendo una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, con l’obbligo (sperimentale) di astensione paterna dal lavoro per 1 (1! Elevabile a 2, anche consecutivi ..Art. 4, 24) giorno nei primi 5 mesi di vita del neo-nato (magari quello per rendere la dichiarazione di nascita?).
Certo, non si usano più i pannolini di un tempo, in tessuto, ma pensare (se si utilizzassero ancora) ad un loro lavaggio in 1 giorno (o, anche, 2) nell’arco di 5 mesi, forse non sarebbe il massimo nella condivisione dei compiti di cura .. Infine, rimane un grande dubbio su quale significato attribuire alle “anagrafi del cittadino” (art. 4, 68, lett. c), che, per il contesto, non sembrerebbe riguardare il luogo di dimora abituale.
Si tratta di una legge di pochi articoli (4), ma ciascuno di essi dotato di un “corposo” numero di commi.

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