REDDITO DI INCLUSIONE/REDDITO DI CITTADINANZA - IL CASO – Compiti dell’ufficio anagrafe sui controlli anagrafici sul reddito di cittadinanza

Nei casi in cui il requisito di residenza non ci sia formalmente ma, il cittadino è in grado di provare la propria presenza stabile sul territorio, è necessario attestare ugualmente il possesso dei requisiti?

Nell’ambito dei controlli del requisito della residenza ai fini dell’ottenimento del reddito di cittadinanza da effettuare sul portale GePi si chiede parere in merito a quanto segue. Nel mio comune, sono stati creati due profili affidati a personale dell’ufficio anagrafe per fare i controlli suddetti. Il personale ha partecipato ad un corso di formazione, tenuto da assistenti sociali, sul corretto utilizzo del portale. Al corso è stata segnalata una nota del ministero del lavoro (1319 del 19/02/2020) che sostanzialmente dice che nei casi in cui il requisito di residenza non ci sia formalmente (cioè ci siano buchi di iscrizione anagrafica per cancellazioni per irreperibilità) ma il cittadino sia in grado di provare la propria presenza stabile sul territorio è necessario attestare ugualmente il possesso dei requisiti. La raccomandazione è fondata, peraltro, su interpretazione della normativa anagrafica. Al di là della scelta del ministero di dare o meno il reddito di cittadinanza a chi si trova in quelle situazioni, che a noi non compete, chiedo se sia corretto attestare un requisito che in realtà non c’è sulla base di una valutazione che andrebbe invece correttamente eseguita da chi gestisce la pratica, non dall’Ufficiale d’Anagrafe che in questo modo attesta il falso sostanzialmente. E’ pur vero che l’ufficiale, quando interviene su Gepi non lo fa in quella qualità ma come semplice incaricato dei controlli. Ma non sarebbe più opportuno che l’ufficiale inserisca la mancanza del requisito e che in sede di convalida del responsabile questi valuti eventualmente la circostanza della dimora abituale di fatto? Salendo un gradino più su, siccome l’ente che gestisce il reddito di cittadinanza è l’Inps, non sarebbe più corretto che la cosa venisse gestita nel contradditorio tra Inps e cittadino in sede di preavviso di rigetto del beneficio?

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