IN PRIMO PIANO - Elezione diretta del Presidente del Consiglio: il disegno di legge costituzionale approvato in Cdm

Il disegno di legge costituzionale in sintesi

Nella giornata di venerdì 3 novembre si è riunito il Consiglio dei ministri (Cdm n. 57): tra i vari punti all’ordine del giorno segnaliamo l’approvazione di un disegno di legge costituzionale per l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e la razionalizzazione del rapporto di fiducia. Come si può leggere nel comunicato ufficiale della Presidenza del Consiglio dei ministri, “la riforma costituzionale ha l’obiettivo di rafforzare la stabilità dei Governi, consentendo l’attuazione di indirizzi politici di medio-lungo periodo; consolidare il principio democratico, valorizzando il ruolo del corpo elettorale nella determinazione dell’indirizzo politico della Nazione; favorire la coesione degli schieramenti elettorali; evitare il transfughismo e il trasformismo parlamentare”.

Il ddl in sintesi

Il testo del ddl costituzionale opera su cinque versanti:

  • introduce un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda. Si prevede, inoltre, che il Presidente del Consiglio sia eletto nella Camera per la quale si è candidato e che, in ogni caso, sia necessariamente un parlamentare;
  • fissa in cinque anni la durata dell’incarico del Presidente del Consiglio, favorendo la stabilità del Governo e dell’indirizzo politico;
  • garantisce il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. L’eventuale cessazione del mandato del sostituto così individuato determina lo scioglimento delle Camere;
  • affida alla legge la determinazione di un sistema elettorale delle Camere che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità;
  • supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, precisando che i senatori a vita già nominati restano comunque in carica.

L’iter (complesso) per l’approvazione

Il testo si ispira a un criterio “minimale” di modifica della Costituzione vigente, in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale.
Il disegno di legge approvato in Cdm verrà ora trasmesso al Parlamento, dove dovrà essere discusso ed eventualmente approvato. L’iter in ogni caso sarà lungo e richiederà diversi mesi: prima di essere votato, pertanto, il testo potrebbe subire ancora diverse modifiche. L’approvazione di leggi che modificano la Costituzione, inoltre, ha procedure assai più lunghe di quelle ordinarie e ha bisogno di un appoggio in Parlamento più ampio di quello richiesto abitualmente: non è insomma detto che il disegno di legge completi tutto il percorso fino a diventare legge, ma è invece certo che se ne parlerà ancora per molto.

>> IL COMUNICATO INTEGRALE DEL CDM n. 57

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *