ELETTORALE - Decisione della Corte sulla legge elettorale cd. Italicum
Italicum: bocciato il ballottaggio, salvo il premio di maggioranzaLa Corte Costituzionale si è finalmente espressa sull’Italicum, la legge elettorale italiana valida per l’elezione della Camera dei Deputati. In risposta ai dubbi di costituzionalità sollevati dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Trieste e Genova, la Consulta ha stabilito che il premio di maggioranza da attribuire al partito che raggiunge almeno il 40% delle preferenze è legittimo, mentre va abolito il ballottaggio tra le liste più votate e va affidata a un sorteggio la scelta finale del candidato eletto in più di un collegio. “La legge elettorale”, conclude la Corte, “è suscettibile di immediata applicazione“.
Come funziona l’Italicum?
L’Italicum avrebbe dovuto rimpiazzare la precedente legge elettorale, comunemente chiamata Porcellum e dichiarata in parte incostituzionale dalla Consulta nel 2014. Il Porcellum modificato dopo le indicazioni della Corte Costituzionale, definito Consultellum, è tuttora in vigore per le elezioni del Senato ma è stato soppiantato per le elezioni della Camera dall’Italicum.
L’Italicum è incostituzionale?
Le ipotesi di una possibile incostituzionalità dell’Italicum erano sorte in merito a quattro punti fondamentali: il premio d imaggioranza per il partito che avesse raggiunto almeno il 40% dei voti, il ballottaggio tra i due partiti più votati in caso di mancato raggiungimento del 40%, le pluricandidature dei capilista in più collegi e i capilista bloccati.
Il premio di maggioranza
L’Italicum si differenzia quindi dal Porcellum, che era stato dichiarato incostituzionale in questo punto dalla Consulta perché prevedeva un premio di maggioranza assegnato al primo partito ma sganciato da una soglia minima di voti ottenuti. Nella giornata di ieri la Corte Costituzionale ha confermato che il premio di maggioranza previsto dall’Italicum è lecito.
Bocciato il ballottaggio tra i partiti
L’Italicum prevede che, nel caso in cui nessuno dei partiti raggiunga il 40% dei voti al primo turno, al secondo turno concorrano solo i due partiti arrivati per primi. La Consulta ha ritenuto incostituzionale questo sistema, che quindi ora dovrà sparire dalla legge.
Le pluricandidature e i capi lista bloccati
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