T.A.R. Lazio, Roma, sez. II-quater, 13 gennaio 2015, n. 393
1. Acquisto della cittadinanza – coniuge di cittadino italiano residente da almeno due anni nel territorio dello Stato – ipotesi ostative – diniego per motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica – diritto soggettivo alla cittadinanza – non sussiste.
2. Acquisto della cittadinanza – coniuge di cittadino italiano residente da almeno due anni nel territorio dello Stato – condanna del richiedente – diniego – contestazione – competenza del giudice ordinario – sussiste.
1. La giurisprudenza è costante nel ritenere che tra le ipotesi ostative all’acquisto della cittadinanza da parte del coniuge di cittadino italiano, residente da almeno due anni nel territorio dello Stato, solo per quella concernente il diniego di cittadinanza basato su comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica, il diritto soggettivo del coniuge di cittadino italiano affievolisca ad interesse legittimo, mentre le altre ipotesi configurano una situazione di diritto soggettivo, che, pertanto, è attribuito alla tutela della giurisdizione ordinaria (cfr Consiglio di Stato n. 1355 del 2007).
2. Nel caso di diniego alla domanda volta al conseguimento della cittadinanza italiana da parte dello straniero coniuge di cittadino italiano, diniego che si basa sull’esistenza di una condanna del richiedente, ai sensi del comma 1, lett. b), dell’art. 6 della legge n. 91 del 1992, sussiste la giurisdizione del giudice ordinario (T.A.R. Lazio, Sez. II-Quater, n. 2980 del 2013; T.A.R. Lazio II quater n. 8354 del 2013).
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento