Certificati di malattia. Trasmissione - telematica - all'INPS, che lo "gira" all'amministrazione. Ulteriore circolare.

Certificati di malattia. Trasmissione – telematica – all’INPS, che lo “gira” all’amministrazione. Ulteriore circolare.

Dopo i numerosi, almeno mediaticamente parlando, interventi contro gli assenteismi per malattia da parte di “fannulloni”, non dovrebbe neppure esistere l’ipotesi che qualcuno si ammali effettivamente, almeno se il presupposto, pre-giudiziale (evidentemente infondato, ma basta ripeterlo affinché diventi realtà inoppugnabile), che le malattie sono sempre fittizie.
Ma, poi tra le nebbie delle formule ripetute, emerge come vi sia anche chi – rara avis – si ammali veramente, ipotesi nella quale ben venga il ricorso alla trasmissione telematica dei certificati medici (volti a giustificare l’assenza, non ad apportare effetti di terapia).
Il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione era già intervenuto con alcune circolari (n. 1/2010/DPF/DDI dell’11/3/2001 e n. 2/2010/DFP/DDI del 28/9/2010), le quali vengono richiamate dalla più recente circolare n. 1/2011/DFP/DDI del 23/2/2011, con la quale sono fornire ulteriori indicazioni, anche in conseguenza di alcune criticità emerse nella fase d’implementazione di tale modalità di trasmissione.
Il pretesto è anche l’art. 25 della L. 4/11/2010, n. 183 (c.d. “collegato lavoro”), ma il vero motivo è – in parte – anche in capo alle resistenze da parte dei medici, non solo per il fatto che può avere indispettito la categoria (anzi, l’Ordine) la minaccia della sospensione dalla Convenzione con il S.S.N., ma anche per altro.
Basterebbe fare riferimento ad una situazione specifica: in alcune realtà, e non da oggi, l’ASL ha avuto modo di assegnare ai medici di M. G. (i c.d. medici di famiglia), le attrezzature informatiche (hard ware e soft ware), in comodato d’uso (forse che i medici non avevano le risorse per acquistarsi un PC, stampante, ecc.?), con il risultato che i medici che hanno colto l’opportunità non solo ne dispongono free, ma sono in grado di accedere alle banche dati dei propri pazienti, specie per gli esami di vario ordine, incluse le prestazioni di medicina per immagini, sostanzialmente in contemporanea con la loro esecuzione, con ciò evitandosi tutta una serie di attività documentali, e “avendo il polso” della situazione dei propri pazienti.
Per altro, non ostante tutto, non sono mancati medici di M.G. che hanno snobbato queste opportunità, tanto che, in alcuni ambulatori, il massimo della tecnologia presente è la presenza di un telefono (e il cellulare personale del medico). E, a volte, anche apparecchi elettronici (in luogo di quelli a colonna di mercurio) per la misura della pressione.
L’impressione è che, in queste seconde situazioni, forse non sono certo le circolari di Brunetta a far paura, se si considera come le ASL si guarderanno bene dall’adottate i provvedimenti in queste minacciate.

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