AMMINISTRAZIONE DIGITALE - Codice dell'amministrazione digitale

Riforma del CAD – Pubblicato in Gazzetta Ufficiale

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 214 del 13 settembre 2016 il Decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179 recante “Modifiche ed integrazioni al Codice dell’amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ai sensi dell’articolo 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.

Dal punto di vista schematico, il decreto legislativo consta di 66 articoli, con i quali si novellano la maggior parte degli articoli del Codice e se abrogano una trentina, rinviando in gran parte all’adozione di norme tecniche, con una imponente opera di semplificazione.

La riforma si propone di ribaltare la logica secondo cui i servizi in modalità digitale sono  considerati solo come “un dovere” da parte dell’amministrazione, rendendoli “un diritto” riconosciuto al cittadino.

Il provvedimento in esame, inoltre, si propone di colmare il gap del nostro Paese rispetto al resto dell’Europa in materia di digitalizzazione  e  in particolare in relazione alla diffusione di una cultura digitale.

Tra gli Interventi per l’effettiva realizzazione della “cittadinanza digitale” i più importanti sono:

– la costruzione di un’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), che prenderà il posto delle oltre 8.000 anagrafi dei comuni italiani, costituendo un riferimento unico per la Pubblica Amministrazione, le società partecipate e i gestori di servizi pubblici. Con l’ANPR si realizza un’unica banca dati con le informazioni anagrafiche della popolazione residente;

–  la realizzazione e diffusione del Sistema Pubblico di gestione dell’Identità Digitale (SPID) (art. 64 del CAD come modificato dal d.gls. 179 del 2016).  Si tratta di un sistema aperto che permette agli utenti di accedere con un’unica identità digitale ( e un’unica password) ai servizi online della PA e dei privati aderenti, previo accreditamento da parte dell’AGID. Esso è già interoperativo con altri sistemi di identità digitale europei dato che aderisce allo standard UE eIDAS e al momento attuale è attiva già in numerose amministrazioni (Agenzia dell’entrante, INPS, ecc.). Strumentale e connessa a questo intervento è la previsione del diritto di tutti i cittadini e imprese all’assegnazione di un’identità digitale, proprio per accedere allo SPID (art. 3, comma 1 quinques del CAD, introdotto dal d.lgs. n. 179 del 2016);

–  la previsione dell’obbligo per tutte le amministrazioni  di accettare  i  pagamenti spettanti  a  qualsiasi  titolo  attraverso  sistemi   di   pagamento elettronico,  ivi  inclusi,  per  i  micro-pagamenti,  quelli  basati sull’uso del credito  telefonico (cfr. art. 5 del CAD come modificato dal d.lgs. 179/2016);

–  La promozione del domicilio digitale delle persone fisiche, al fine di facilitare le comunicazioni con le pubbliche amministrazioni, previsto però tuttora come facoltativo (art. 3 bis CAD, come modificato dal d.lgs. n. 179 del 2016), al quale si connette la speculare previsione del “diritto di inviare  comunicazioni  e  documenti alle pubbliche amministrazioni e di riceverne dalle stesse tramite un domicilio digitale (art. 3, comma 1 quinques, CAD introdotto dal d.lgs. 179/2016 ).

– Diffusione della connettività internet negli uffici e luoghi pubblici (art. 8 bis del CAD, introdotto dal d.lgs. n. 179 del 2016).

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