Dopo la prima edizione rilasciata nel 2021, che riguardava le previsioni comunali in base 1 gennaio 2020 e fino al 2030, nel 2022 viene rilasciato il primo aggiornamento di tale edizione, ossia le previsioni 1 gennaio 2021-2031. Gli aggiornamenti riguardano la sostituzione della popolazione all’anno base con l’ultima resa disponibile dal Censimento e una parziale rivisitazione delle ipotesi evolutive del modello, in coerenza con quella che è stata la revisione prodotta per le previsioni regionali e nazionali.
Gli output previsivi sono resi disponibili in tre modalità:
- popolazione per sesso e classi quinquennali di età
- componenti del bilancio demografico
- principali indicatori demografici
I dati sono direttamente scaricabili dal sito per tutte le Province, per i Comuni capoluoghi di Provincia e per tutti i Comuni, pur non capoluoghi, che superano i 20mila abitanti (in precedenza 30mila).
L’Istat mette, inoltre, a disposizione degli utenti i dati inerenti tutti gli altri Comuni, non singolarmente ma per aggregazioni sovracomunali consolidate (quali, ad esempio, Sistemi Locali del Lavoro, Comunità montane, etc.), a seguito di apposita richiesta dati (tramite Contact centre).
I Comuni considerati nello studio sono 7.903, ossia quelli esistenti al 1° gennaio 2021. Le ipotesi evolutive riguardo alla fecondità, alla sopravvivenza e alla migratorietà nei diversi Comuni sono derivate dalle previsioni regionali, secondo un approccio di ridistribuzione dall’alto verso il basso. I risultati finali delle previsioni comunali collimano quindi con quelli regionali.
Per quanto l’aggancio tra il modello previsivo regionale e quello comunale sia in grado di assicurare non solo coerenza di risultato ma anche un quadro globale di riferimento per l’evoluzione demografica dei Comuni, i dati del presente studio, soprattutto nel lungo termine, vanno trattati con cautela. Le previsioni demografiche divengono, infatti, tanto più incerte quanto più ci si allontana dalla base di partenza, in particolar modo in piccole realtà geografiche come quelle qui contemplate. Va anche sottolineato che le previsioni demografiche rappresentano un esercizio di tipo what-if. Sono cioè elaborazioni nelle quali i calcoli effettuati mostrano una particolare evoluzione della popolazione che è frutto delle specifiche ipotesi adottate riguardo al comportamento demografico. Rispondono a questo principio anche i risultati prodotti per il primo anno di previsione, che di fatto costituiscono un’anticipazione dei dati di bilancio demografico e di censimento.
Le operazioni di validazione finale sia del bilancio demografico sia della popolazione residente di ciascun Comune, infatti, possono dare adito a differenze tra il dato validato e quello inizialmente previsto come più attendibile.
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Fonte: www.istat.it