Selezione di articoli tratti dai principali quotidiani nazionali – Servizio in collaborazione con Mimesi srl
Da Italia Oggi – 3/05/2018
Coppie gay, il Pd segue l’esempio di Appendino
DIECI SINDACI DEM SONO PRONTI A REGISTRARE ALL’ANAGRAFE I FIGLI CON DUE MADRI O DUE PADRI
La mobilitazione parte dal Piemonte, ma l’appello è rivolto a tutta l’Italia. È iniziata la primavera arcobaleno. Con l’iscrizione all’anagrafe di un fi glio di una coppia omogenitoriale, il sindaco M5s di Torino, Chiara Appendino, ha sottoscritto uno storico atto di nascita, il primo in Italia di un bambino con due madri. Il caso, che ha suscitato polemiche tra i partiti di centrodestra e nel mondo cattolico, non sarà isolato. Dieci sindaci piemontesi, tutti in quota Pd, sono pronti a seguire l’esempio di Appendino. Tramite il Torino Pride, i primi cittadini hanno annunciato che registreranno i figli delle coppie omosessuali coi nomi di entrambi i padri o le madri.
Pochi giorni fa, Appendino ha trascritto all’ufficio Stato civile dell’anagrafe l’atto di nascita di Niccolò Pietro, figlio del consigliere comunale del Pd, Chiara Foglietta, e della compagna Micaela Ghisleni.
Lo stesso procedimento è stato adottato per tre bambini nati all’estero da coppie gay. Una vicenda legalmente intricata, su cui dovrà esprimersi il prefetto di Torino, Renato Saccone, che verifi cherà l’eventuale illegittimità del dossier.
Appendino è stata attaccata sia sul piano politico, sia dal punto di vista etico. La deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, ha chiesto d’inviare gli ispettori del governo nel capoluogo piemontese «davanti agli abusi del sindaco cinquestelle». L’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha invece parlato di «fuga in avanti dell’amministrazione comunale».
L’esempio di Appendino è stato seguito da Virginia Raggi a Roma, dal Comune marchigiano di Gabicce e a Catania. È dal Piemonte, però, che è partita la mobilitazione dei sindaci che intendono iscrivere all’anagrafe i figli delle coppie omogenitoriali, appello rivolto a tutti gli amministratori d’Italia. I dieci primi cittadini del Torinese ad aver sposato la causa di Appendino, tutti eletti col sostegno del Pd, sono quelli di Piossasco, Collegno, Settimo Torinese, Moncalieri, Nichelino, Chieri, Beinasco, Borgaro, Gassino e Caselette.
I sindaci di centrosinistra hanno sottoscritto un documento promosso dal coordinatore del Torino Pride, Alessandro Battaglia, e dal consigliere comunale dei dem, Maria Grazia Grippo. «Non possiamo che essere felici della decisione assunta dai dieci primi cittadini di mettersi a disposizione di tutte le coppie omogenitoriali che faranno richiesta di regolarizzare la loro posizione», ha sottolineato il coordinamento del Torino Pride in una nota. «Chiediamo a tutte le sindache e a tutti i sindaci di far capire al legislatore quanto alcune questioni siano da risolvere in modo uniforme su tutto il territorio nazionale».
I dieci sindaci hanno ricevuto il plauso del segretario metropolitano del Pd, Mimmo Carretta, mentre gli altri primi cittadini piemontesi del M5s sono più cauti. Roberto Falcone, che amministra Venaria, pur dicendosi disponibile a sottoscrivere gli atti di nascita ha spiegato a Repubblica Torino che «al momento abbiamo il sistema informatico dell’anagrafe in revisione e se domani si presentasse qualcuno con questa richiesta non potremmo accoglierla». Il sindaco grillino di Pinerolo, Luca Salvai, interrogherà la maggioranza «per capire se la mia posizione sia condivisa da tutti».
Nel frattempo, domenica, in piazza Castello, il Torino Pride organizzerà la prima Festa delle famiglie. «Per non dimenticare mai che i diritti dei bambini vengono prima di tutto».
Filippo Merli
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