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IL CASO - Affiliazione – Conseguenze sul cognome – Rilascio di certificazione

Abbiamo ricevuto da un cittadino italiano nato nel nostro Comune nel 7.8.1941 una richiesta di certificato di nascita con maternità e paternità. Verificato dal registri di nascita che lo stesso risulta nato da donna che non consentiva di essere nominata con conseguente attribuzione di generalità da parte dell’USC e mandato alla levatrice per la consegna del nato per affidamento all’“istituto degli esposti”. A seguito di decreto del giudice tutelare dell’8.7.1946, omologato dal tribunale dei minori il 20.8.1947 e trascritto nei registri di nascita il 14.4.1948 il predetto cittadino veniva affiliato a due coniugi di cui assumeva il cognome (del marito), anteponendolo a quello della madre, la quale con atto notarile del 31.3.1942, trascritto il 1.3.1947 nei registri di nascita di questo Comune, lo aveva riconosciuto come proprio figlio naturale. A margine dell’atto di nascita sono riportate le annotazioni relative agli atti sopra descritti ed inoltre un’annotazione di matrimonio, avvenuta in altro Comune, nel quale il cittadino viene identificato con il solo cognome dell’affiliante.
Ciò premesso volevamo sapere:
– perché l’interessato ha perso il cognome materno, avendo al contrario la l. 48/1994 previsto la possibilità di “dismissione” del cognome aggiunto (dell’affiliante) riportando all’originario cognome di famiglia (cioè nel caso della madre)?
– non doveva al riguardo esservi un’annotazione nell’atto di nascita?
– vigeva per l’affiliazione un divieto, assimilabile a quanto attualmente previsto per l’adozione legittimante di minore, di rivelazione lo stato di figlio adottivo e le generalità dei genitori “biologici”?
– le annotazioni riportate nell’atto e sopra descritte sono certificabili qualora, anche se non è il caso specifico, ci fosse stato richiesto un estratto per riassunto?

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