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Concessione della cittadinanza italiana: elementi da valutare
TAR Lombardia Milano sez. IV 14/1/2015 n. 111

1. Concessione della cittadinanza italiana – istanza – accoglimento o diniego – ampia discrezionalità dell’Amministrazione – sussiste – sindacato giurisdizionale – presupposti – specificazione.

2. Concessione della cittadinanza italiana – elementi da valutare – insufficiente produzione di reddito – rigetto dell’istanza – legittimità – va affermata.

1. Le determinazioni in materia di cittadinanza sono assistite da latissima discrezionalità: l’atto concessorio (o denegatorio) costituisce atto che implica un elevato tasso di discrezionalità, sia nell’accertamento, sia soprattutto nella valutazione dei fatti acquisiti al procedimento. Di conseguenza, il sindacato giurisdizionale sul corretto esercizio del potere, avendo natura estrinseca e formale, non può spingersi al di là della verifica della ricorrenza di un idoneo e sufficiente supporto istruttorio, della veridicità dei fatti posti a fondamento della decisione e dell’esistenza di una giustificazione motivazionale che appaia logica, coerente e ragionevole. Il parametro sindacatorio è quindi quello dell’abnormità e/o irragionevolezza, e si estende, ovviamente, all’elemento “sfavorevole” al richiedente valorizzato dall’amministrazione e sotteso al diniego.

2. L’interesse pubblico alla concessione della particolare capacità giuridica, connessa allo status di cittadino, impone che si valutino, anche sotto il profilo indiziario, le prospettive di ottimale inserimento del soggetto interessato nel contesto sociale del Paese ospitante; prospettive a cui non può essere estranea la produzione di un reddito, che accresca le risorse del Paese stesso sotto il profilo sia produttivo che contributivo e non gravi, al contrario, sugli oneri di solidarietà sociale previsti per i soggetti indigenti.


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