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Asilo: approvata risoluzione della Commissione diritti umani
Occorre garantire l’accoglienza e i percorsi di integrazione per tutti i rifugiati presenti in Italia

La Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il governo a riformare il sistema di accoglienza dei richiedenti e titolari di protezione internazionale al fine di garantire a tutti un’accoglienza minima anche nelle fasi successive del riconoscimento dello status. L’impegno riguarda anche, nell’ambito del recepimento della Direttiva qualifiche 2011/95/UE, l’adozione di specifiche disposizioni volte a sostenere l’integrazione dei titolari di protezione internazionale, in particolare per quanto riguarda il lavoro e l’alloggio.
La risoluzione parte con la premessa che in Italia gli standard di accoglienza si sono progressivamente deteriorati a partire dal 2011 e che manca una strategia complessiva rispetto alle politiche di integrazione dei beneficiari di protezione internazionale. “Il Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati (Sprar)” si legge nella risoluzione “non ha potuto sinora garantire una sistemazione adeguata a tutti i beneficiari di protezione internazionale; in questo senso, una ricerca dell’Asgi pubblicata nel 2011 ha messo in evidenza come solo il 32,4% dei cittadini di paesi terzi titolari di una forma di protezione internazionale o umanitaria abbia accesso ai progetti di accoglienza volti a favorire percorsi di inclusione sociale forniti dallo SPRAR”. Secondo la Commissione “una delle conseguenze più gravi di questa situazione è il numero crescente di rifugiati e di altri beneficiari di protezione internazionale che hanno necessità di essere ospitati nei centri d’accoglienza per persone senza fissa dimora”, così come, prosegue, “sono sempre più numerosi i beneficiari di protezione internazionale, tra cui famiglie con minori e persone con disagio mentale, che vivono in condizioni di indigenza ovvero in sistemazioni improvvisate o in edifici occupati nelle aree metropolitane di Roma, Milano, Firenze e Torino.”

fonte : www.integrazionemigranti.gov.it

 

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RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 183

(Doc. XXIV-ter, n. 4)

 La Commissione,

premesso che:

– in Italia, a partire dal 2011 si è registrato un progressivo deterioramento degli standard di accoglienza per i richiedenti asilo, aggravatosi nel corso del 2012 e del 2013;

– solo nel 2011 gli arrivi via mare in Italia sono stati ben 63 mila;

– l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati continua a ricevere segnalazioni relative a richiedenti asilo privati nel nostro paese della possibilità di accedere in via immediata alle misure di accoglienza loro riconosciute dall’ordinamento;

– nel corso dell’audizione presso la Commissione tenutasi il 9 ottobre scorso, i rappresentanti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)  hanno sollecitato l’introduzione di misure che riguardano la seconda accoglienza e l’integrazione di coloro che hanno ricevuto asilo o protezione internazionale;

            rilevato che:

– in Italia mancano sia una strategia complessiva, sia misure specifiche volte a favorire l’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale;

– secondo la disciplina comunitaria e in particolare la direttiva 2004/83/CE, i beneficiari di protezione internazionale dovrebbero ricevere lo stesso trattamento previsto per i cittadini del paese di asilo per quanto riguarda la maggior parte di quei diritti (soprattutto “sociali”) che rappresentano il presupposto essenziale per una reale integrazione;

– tale parità di trattamento spesso non si realizza in ragione degli ostacoli frapposti all’esercizio dei diritti da parte dei beneficiari di protezione internazionale; ciò avviene ad esempio con la richiesta ai fini del perfezionamento di atti amministrativi fondamentali, come l’iscrizione anagrafica, di documenti che essi non possono ottenere;

– il Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) non ha potuto sinora garantire una sistemazione adeguata a tutti i beneficiari di protezione internazionale;

– in questo senso, una ricerca dell’ASGI pubblicata nel 2011 ha messo in evidenza come solo il 32,4% dei cittadini di paesi terzi titolari di una forma di protezione internazionale o umanitaria abbia accesso ai progetti di accoglienza volti a favorire percorsi di inclusione sociale forniti dallo SPRAR;

– una delle conseguenze più gravi di questa situazione è il numero crescente di rifugiati e di altri beneficiari di protezione internazionale che hanno necessità di essere ospitati nei centri d’accoglienza per persone senza fissa dimora o in sistemazioni di emergenza gestite dai Comuni;

– un’ulteriore conseguenza è che sono sempre più numerosi i beneficiari di protezione internazionale, tra cui famiglie con minori e persone con disagio mentale, che vivono in condizioni di indigenza ovvero in sistemazioni improvvisate o in edifici occupati nelle aree metropolitane di Roma, Milano, Firenze e Torino;

impegna il Governo:

– ad introdurre – in sede di predisposizione dello schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva 2011/95/UE, ai sensi dell’art. 7 della legge n. 96/2013 – specifiche disposizioni volte a sostenere, con misure idonee, il processo d’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale, includendo tali obiettivi all’interno dello strumento di programmazione di cui al citato art. 7, comma 1, lettera d);

– a redigere tali disposizioni in modo da riconoscere a tutti i beneficiari di protezione internazionale il diritto di usufruire di un periodo minimo di accoglienza attraverso misure specifiche di sostegno al lavoro e all’alloggio;

– a stanziare risorse adeguate e a incrementare la dotazione del Fondo nazionale di cui all’art. 1-septies decreto-legge n. 416/1989, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 39/1990, al fine di garantire l’effettivo aumento della capacità ricettiva nell’ambito del sistema SPRAR, che nel triennio 2014-2016 dovrebbe raggiungere la quota di 16.000 posti, secondo quanto previsto dal decreto del Capo Dipartimento per Libertà Civili e l’immigrazione del 17.9.2013;

– a riformare il sistema d’accoglienza, includendo anche, tra le prestazioni essenziali da garantire e le funzioni di cui all’art. 1-sexies, comma 5, decreto-legge n. 416/1989, il sostegno ai rifugiati nelle fasi successive al riconoscimento dello status di rifugiato.

 


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