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Destinazione Italia
Approvato dal Consiglio dei Ministri del 19 settembre il piano “Destinazione Italia”, un progetto per attirare gli investimenti esteri e favorire la competitività delle imprese italiane. Tra le misure previste diverse sono volte a favorire l’ingresso di stranieri in grado di apportare un contributo alla crescita del Paese

Il  Governo ha presentato “Destinazione Italia” un documento che definisce un complesso di misure finalizzate a favorire in modo organico e strutturale l’attrazione degli investimenti esteri e a promuovere la competitività delle imprese italiane, che verranno introdotte progressivamente nell’ordinamento secondo una tempistica che costituirà l’agenda del Governo.
 
Destinazione Italia è una riforma che interessa tutti: investitori stranieri, imprenditori italiani, mondo del lavoro, mondo della ricerca. Tutti chiedono un migliore business environment, attraverso più concorrenza e competitività, migliori servizi, più sostegno all’innovazione e alla ricerca, meno incertezza, una più moderna regolazione, e un’Amministrazione più efficace
Destinazione Italia è un living document composto di 50 misure. Sulla base di questa prima versione il Governo avvierà una consultazione pubblica di tre settimane coinvolgendo cittadini, imprenditori italiani ed esteri, associazioni non solo di categoria, sindacati ed esperti. Al termine di questa fase, Destinazione Italia sarà definitivamente approvata dal Consiglio dei Ministri.
 
Diverse le proposte contenute nel piano per facilitare l’ingresso ed il soggiorno in Italia degli stranieri in grado di apportare un contributo alla crescita del Paese. Si tratta di misure con diversi tempi di attuazione: alcune sono già in fase di attuazione, mentre per altre sono previsti tempi più o meno rapidi di realizzazione.
 
Tra le misure già attuate, vi è la semplificazione dei permessi di soggiorno per gli studenti stranieri attraverso l’allineamento della durata di tali permessi a quella del corso di studi o di formazione, anche pluriennale (D.L. n. 104/2013).

Già attuata anche la trasformazione da annuale a triennale del Decreto interministeriale che fissa le quote d’ingresso per tirocini e corsi di formazione professionale, nonché la possibilità per gli studenti stranieri che si laureano in Italia di fruire di un anno di soggiorno ulteriore, dopo la scadenza del permesso, durante il quale poter  cercare un lavoro  (legge n.99 del 9 agosto 2013).

Prevista nel breve periodo lo snellimento delle le procedure contabili relative alle borse di studio concesse dal Ministero degli Affari Esteri agli studenti stranieri, superando l’attuale sfasamento temporale tra esercizio finanziario e anno accademico, che rende di fatto la borsa di studio non erogabile al beneficiario in tempi utili.
 
Tra le misure da attuare in tempi rapidi vi è lo snellimento delle procedure di rilascio dei visti  per rendere l’Italia un Paese che accoglie flussi di mobilità qualificata. 

Prevista, inoltre, l’introduzione di diverse tipologie di visto, in particolare:
– Il visto “start up” per chi sceglie di costituire una start-up innovativa in Italia e assicura un piano di impresa e una disponibilità minima di fondi:
– Il  visto per chi effettua un investimento significativo in un business italiano che sostiene o accresce i livelli di impiego. Saranno definiti criteri di valutazione consistenti in una soglia minima di investimento (es. 500.000 euro) o di numero di posti di lavoro generati.
– Il visto per chi effettua una donazione filantropica rilevante in un settore di interesse per l’economia italiana (cultura, turismo, recupero di beni culturali, scienza, ecc).
 
Il piano del Governo prevede, inoltre, l’introduzione del principio del silenzio-assenso qualora lo Sportello Unico Immigrazione non rilasci il nulla osta entro determinati termini,
Allo studio, anche, la possibilità di  svincolare il rilascio di alcune tipologie di permesso di soggiorno dal visto d’ingresso, con la previsione di due opzioni:
 
1) richiesta del visto di lunga durata (tipo D) prima dell’ingresso in Italia, senza obbligo di successiva richiesta di permesso di soggiorno, eventualmente sostituito da una più semplice “dichiarazione di presenza” presso le Questure;
 
2) ingresso in esenzione da visto di lunga durata (ma con visto d’affari o turistico, qualora si tratti di nazionalità soggetta a visto) e regolarizzazione sul territorio con rilascio del permesso di soggiorno dopo l’ingresso.
 
Previsti, infine, tempi brevi anche per la sottoscrizione di Convenzioni Internazionali e di accordi bilaterali in materia di sicurezza sociale. L’Italia  è in ritardo nella firma di convenzioni bilaterali con diversi Paesi che consentirebbero di assicurare in modo reciproco i trattamenti di sicurezza sociale di lavoratori stranieri in Italia e di lavoratori italiani all’estero. Questo ritardo, si legge nel Piano del Governo,  rende il nostro Paese meno competitivo, riducendo le opportunità di investimento in Italia da parte di multinazionali. Per questo si intende accelerare la firma di tali protocolli, a partire da quello firmato con il Giappone, così da assicurare una piena reciprocità nei trattamenti di sicurezza sociale dei lavoratori.
 
(fonte: www.integrazionemigranti.gov.it – 24 settembre 2013)
 
Scarica il documento:
Destinazione Italia (versione 0.5)

 

 


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