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Toh, guarda! La Costituzione prevede le province e non basta un D.L. per ridurle. Corte Costituzionale, sent. n. 220 del 3-19/7/2013, il testo

E’ già stato fatto cenno alla decisione della Corte Costituzionale in materia di “abolizione” delle province utilizzando lo strumento del D.L..
Ora è finalmente disponibile il testo della sentenza della Corte Costituzionale n. 220 del 3-19/7/2013, testo, comprensibilmente, ben maggiormente argomentato rispetto all’iniziale, necessariamente scarno, comunicato-stampa, i cui assunti sono, nella sostanza, presenti nel passo in cui si legge: “Emerge dalle precedenti considerazioni che esiste una incompatibilità logica e giuridica – che va al di là dello specifico oggetto dell’odierno scrutinio di costituzionalità – tra il decreto-legge, che presuppone che si verifichino casi straordinari di necessità e urgenza, e la necessaria iniziativa dei Comuni, che certamente non può identificarsi con le suddette situazioni di fatto, se non altro perché l’iniziativa non può che essere frutto di una maturazione e di una concertazione tra enti non suscettibile di assumere la veste della straordinarietà, ma piuttosto quella dell’esercizio ordinario di una facoltà prevista dalla Costituzione, in relazione a bisogni e interessi già manifestatisi nelle popolazioni locali.”.
Per quanto la sentenza non possa ascriversi alla categoria della brevità, si tratta di un testo che merita di essere letto con particolare attenzione, sia per le questione di cui è stata, con la sentenza, dichiarata l’illegittimità costituzionale, sia per quelle di cui è stata dichiarata l’inammissibilità, sia di quelle per cui è stata dichiarata l’infondatezza. 


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