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Presentato il rapporto Sprar 2010-2011
La rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ha accolto oltre 6.800 beneficiari, con 151 progetti territoriali. Lazio capofila dell'accoglienza. Il capo dipartimento Pria: numeri ampi, ma si può fare di più

6.855 beneficiari dell’accoglienza tra richiedenti e titolari della protezione internazionale, 3.146 posti di accoglienza, 2.010 piccoli comuni e aree metropolitane coinvolti, 151 i progetti territoriali che fanno capo a 128 enti locali.

Sono i numeri del rapporto 2010/2011 del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), la rete di servizi di accoglienza e integrazione fornita dagli enti locali e dalle associazioni agli stranieri richiedenti asilo o che hanno già ottenuto una delle tre forme di protezione internazionale (status di rifugiato, protezione sussidiaria e protezione umanitaria).

In base al rapporto, presentato il 5 dicembre a Roma ed elaborato da Cittalia (Fondazione Anci ricerche) in collaborazione con il ministero dell’Interno e l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) – che gestisce il Servizio centrale Sprar – a chiusura del 2010 risultavano in attesa dei servizi di accoglienza ancora circa 2.500 persone a fronte di una capacità ‘nominale’ di 3.000 posti, così ripartiti: 2.500 per la presa in carico delle categorie ‘ordinarie’ (uomini e donne singoli, nuclei familiari); 450 per i casi di ‘vulnerabilità’ (minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo, nuclei monoparentali, persone che hanno bisogno di assistenza sanitaria specialistica e prolungata, vittime di tortura e violenza); 50 riservati a persone con problemi di salute mentale.

I dati, secondo il capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero Angela Pria, intervenuta alla presentazione insieme al delegato all’immigrazione Anci e sindaco di Padova Flavio Zanonato, mostrano che, nonostante i numeri ampi, «si può fare ancora di più, destinando nuove risorse finanziarie che consentano di potenziare la capacità ricettiva dello Sprar».
Il capo dipartimento ha parlato anche della cosiddetta emergenza NordAfrica – i massicci flussi migratori dai Paesi nordafricani, soprattutto la Tunisia, verso l’Italia causati dalle tensioni politiche – e dell’efficace sistema di accoglienza messo a punto da regioni province e comuni nell’ambito del Piano nazionale di protezione civile varato per affrontare l’emergenza. Un sistema che, ha detto Pria, deve coordinarsi al meglio con quello finalizzato all’integrazione che fa capo ai Centri di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara) e allo Sprar gestiti – quest’ultimo, per convenzione, tramite l’Anci – dal ministero dell’Interno. Complessivamente, comunque, anche per Zanonato, una rete che «risponde alla quotidianità dell’accoglienza, come alla straordinarietà delle emergenze».

Qualche altro dato fra i molti contenuti nel Rapporto: per quanto riguarda il 2010, l’86,4% dei beneficiari appartiene alla categoria degli ‘ordinari’, mentr nel restante 13%,6 si è trattato di casi di vulnerabilità. Il primato dell’accoglienza per il sistema Sprar va al centro Italia, con il 57,8% dei beneficiari. Tra le regioni, il Lazio è al primo posto (1.580 accolti, 466 strutture e 21 progetti) seguito dalla Lombardia (1.163 accolti) e dalla Sicilia (807 accolti) che ha il primato per il Sud e le isole.

Rapporto annuale Sprar 2010-20111


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