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Decreto Proroghe: smart working emergenziale
Rimosso il sistema delle percentuali. Vige ora il rispetto degli standard di efficacia, efficienza e customer satisfaction

Il nuovo Decreto Proroghe licenziato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana e pubblicato in Gazzetta Ufficiale venerdì sera (decreto legge n. 56/2021), innova anche l’attuazione del lavoro agile semplificato, ovvero in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi che richiederebbe la legge, accantonati per consentire immediato accesso allo smart working per i lavoratori durante il contesto emergenziale.

Al riguardo, il nuovo provvedimento rinuncia alle percentuali tassative di utilizzo del lavoro agile, preferendo piuttosto favorire la flessibilità organizzativa dei pubblici uffici mantenendo comunque elevati gli standard di efficienza e di soddisfazione dell’utente. Ciò non deve comunque tradursi in un totale accantonamento delle misure di prevenzione dal contagio; sarà piuttosto compito della contrattazione collettiva delineare nello specifico gli istituti del lavoro agile ‘a regime’: intanto, fino a 31 dicembre rimangono accessibili le modalità semplificate ex articolo 87 del decreto Cura Italia.

Il provvedimento, infine, incide anche sulla funzionalità e sulle caratteristiche del POLA, il Piano organizzativo del lavoro agile. Passa dal 60 al 15 per cento la misura minima di attività da svolgere in smart working, mentre nelle Amministrazioni ancora sprovviste del Piano almeno al 15% del personale richiedente dovrà essere concessa la possibilità di lavorare in modalità agile. Le PA virtuose che hanno invece adottato il Piano secondo i dettami in vigore precedentemente potranno adattarlo alle nuove disposizioni.

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