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Elezioni del 24-25 febbraio 2013: episodi ...
di S. Scolaro

In occasione delle elezioni più o meno recentemente avvenute, un elettore, forte delle indicazioni sul fatto che non si dovessero fare 2 segni sulla scheda, sembra abbia votato su di una, nulla indicando per l’altra, non cogliendo che se, essendovi 2 schede, forse sarebbe stato ragionevole fare 1 (solo) segno su ciascuna delle 2 distintamente.
Altrove, un presidente di seggio, non ha disposto il tavolo in modo tradizionale ponendosi, con gli altri componenti del seggio, in fronte agli elettori, ma ha posto il tavolo “in ingresso”, creando una sorta di corridoio d’ingresso, ponendosi dalla parte in cui gli elettori entravano, accogliendoli uno a uno (un po’ come un maggiordomo) e, avvenuta la votazione, invitandoli ad “imbucare”, di persona, ciascuna scheda votata nell’urna nel colore corrispondente (alla faccia dell’art. 58, 3 dPR 30/3/1957, n. 361), considerando che le immagini modifiche prevalgano sia sulle norme (di legge), sia sulle “Istruzioni”.
Tra l’altro, in un edificio che era stato, in parte, interessato ad una ristrutturazione delle sezioni, con qualche via traslata da una sezione ad altra, non reperendo un elettore in una liste elettorale di sezione, altro presidente ha telefonato al presidente di seggio vicino (porta accanto), per verificare se l’elettore fosse, ora, iscritto in quella lista sezionale, a) senza verificare se l’elettore avesse applicato l’adesivo di aggiornamento (cosa che era avvenuta) o b) senza considerare che faceva prima a chiederlo a voce, redandosi nell’aula confinante.
Certo, forse non vi era titolo ad accedere alla sala vicina (formalmente), ma, visto che si erano scambiati i numeri di cellulare, …. Valutando come vi sia stata una certa tendenza al calo nell’affluenza alle urne, non si può non considerare (con riguardo ai soli dati della domenica) come un tale calo sia stato meno forte nelle rilevazioni intermedie rispetto a quelle conclusive della giornata, segno che chi è andato a votare a preferito non … uscire alla sera (motivi “climatici”?).
Una persona, fuori sede, ha richiesto, via fax, il duplicato (o attestazione sostitutiva) della tessere elettorale, chiedendone l’inoltro sempre a mezzo fax: s’accordo la possibile urgenza (perché non ci pensano mai prima?), ma le modalità di consegna non erano regolate dall’art. 3 dPR 8/9/2000, n. 299?
Il direttore sanitario di un ospedale ha richiesto l’autorizzazione al voto di un degente, senza allegarvi la domanda di questi, ma, altresì, richiedendo anche il rilascio della tessere elettorale, in quanto smarrita: a parte il fatto che il direttore sanitario non poteva procedere senza che il degente avesse presentato domanda e in possesso della tessera elettorale, la denuncia dell’art. 4, 6 dPR 8/9/2000, n. 299 non richiederebbe sia presentata dal titolare? (nel caso, non solo il direttore sanitario aveva ecceduto, ma nessuna denuncia era stata proprio presentata).
Qualche seggio ha iniziato le operazioni di scrutinio con lo spoglio delle schede per l’elezione della Camera dei deputati: evidentemente era troppo sovrumano leggere le “Istruzioni per gli uffici elettorali di sezione”, ammesso che il Presidente di seggio sapesse leggere e scrivere, situazione rara in certi laureati.
Ma, alla fine, dopo gli scrutini, quando si indicano le percentuali conseguite dalle liste/coalizioni, queste sono compitate sul numero dei votanti, oppure sul numero degli aventi diritto voto? O, meglio, non sarebbe il caso di ricorrere a questa metodologia di calcolo delle percentuali, che consentirebbe di renderle omogenee anche con il dato di chi proprio non si è recato alle urne e, quindi, fornire un indicatore maggiormente prossimo rispetto a quello dell’intero c.d. “corpo elettorale”?

 


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