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IL CASO - Matrimonio di cittadini stranieri di diversa nazionalità - Utilizzo dell’interprete

I cittadini possono nominare un interprete? Come ci si regola per la scelta del regime patrimoniale?

Si chiede un chiarimento in merito alla procedura di traduzione in un matrimonio tra cittadini stranieri che non conoscono la lingua italiana. Il caso è il seguente: due cittadini stranieri, lo sposo pakistano e la sposa rumena, non residenti né domiciliati in Italia, vogliono contrarre matrimonio nel mio Comune.
Entrambi hanno esibito il proprio nulla osta rilasciato rispettivamente dal Consolato Generale del Pakistan a Milano e dal Consolato Generale di Romania in Trieste, entrambi muniti di legalizzazione della Prefettura di Belluno.
Ammesso di utilizzare il processo verbale in caso di richiesta da parte di cittadini stranieri non domiciliati né residenti in Italia, che mi sembra non produca l’atto effettivo delle pubblicazioni di matrimonio, ho un grosso dubbio in relazione alla lingua, in quanto gli stessi sposi non conoscono l’italiano, lo sposo parla la lingua del Pakistan e la sposa il rumeno e tra loro si parlano un po’ in tedesco, ma la sposa non lo conosce bene.
1) Se si utilizza un traduttore in lingua tedesca, non sono sicura che gli sposi capiscano tutti i termini giuridici o meno del matrimonio;
2) Se si utilizzano due traduttori, uno per la lingua pakistana e uno per il rumeno, in realtà gli sposi non capiranno in simultanea quanto detto loro, ma percorreranno due canali separati.
Alla luce della normativa vigente chiedo come ci si debba comportare in tale caso.
Inoltre, qualora il matrimonio fosse celebrato, come ci si regola per la scelta del regime patrimoniale? Possono scegliere il regime della comunione o della separazione dei beni secondo la legge italiana?

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