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Dipendenti pubblici: modifiche al Codice di comportamento
Via libera in Cdm al decreto che segue gli obiettivi posti dal PNRR adeguando il testo al nuovo contesto socio-lavorativo

Le principali aree di intervento che interessano il decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (d.P.R. n. 62/2013), che è stato esaminato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri, riguardano i seguenti temi: il divieto di discriminazioni basate sulle condizioni personali, i criteri di misurazione della performance e la responsabilità dei dirigenti per la crescita dei propri collaboratori, l’adozione di comportamenti ‘green’, rispettosi dell’ambiente, l’utilizzo dei social media da parte dei dipendenti pubblici.

I capisaldi del PNRR in tema
Il decreto, adottato in attuazione di quanto previsto dal Decreto PNRR-2 (d.l. n. 36/2022), integra gli elementi costitutivi della Milestone M1C1-58, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), di riforma della Pubblica amministrazione, che deve essere conclusa entro la scadenza del primo semestre del prossimo anno (30 giugno 2023). Il decreto insegue gli obiettivi posti dal PNRR e innova il Codice vigente del 2013, per adeguarlo al nuovo contesto socio-lavorativo.

Le dichiarazioni del ministro per la Pubblica Amministrazione
“Con l’approvazione in Cdm della revisione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici proseguiamo nella strada tracciata per una riforma della PA che basa la sua efficienza sul suo capitale umano”, commenta il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo: “Tutta insieme la PA, centrale e territoriale, quale infrastruttura strategica per lo sviluppo del Paese, impegnata nella messa a terra dei progetti del PNRR, non può prescindere dalla giusta valorizzazione delle persone che lavorano per l’interesse collettivo e dalla loro responsabilizzazione, quali leve indispensabili per la crescita degli stessi lavoratori e delle organizzazioni”.

Le novità
Tra le novità di principale rilievo: la responsabilità attribuita al dirigente per la crescita professionale dei collaboratori, e per favorirne le occasioni di formazione e le opportunità di sviluppo, nonché l’espressa previsione della misurazione della performance dei dipendenti anche sulla base del raggiungimento dei risultati e del loro comportamento organizzativo; l’espressa previsione del divieto di discriminazione basato sulle condizioni personali del dipendente, quali ad esempio orientamento sessuale, genere, disabilità, etnia e religione; la previsione che le condotte personali dei dipendenti realizzate attraverso l’utilizzo dei social media non debbano in alcun modo essere riconducibili all’amministrazione di appartenenza o lederne l’immagine ed il decoro.

> LO SCHEMA DI DECRETO

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