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I certificati anagrafici e il problema del bollo. Come comportarsi allo sportello? (parte 1)
Analizziamo in questo contributo il comportamento corretto che l’ufficiale d’anagrafe deve tenere allo sportello in seguito ad una richiesta dell’utente
L’applicazione dell’imposta di bollo sui certificati anagrafici costituisce sicuramente uno dei motivi più frequenti di discussione allo sportello fra l’ufficiale d’anagrafe e i cittadini.
I certificati anagrafici sono infatti di regola soggetti all’assolvimento dell’imposta di bollo, così come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642 (Disciplina dell’imposta di bollo).
L’articolo 1 della Tariffa allegata al citato decreto del Presidente della Repubblica individua fra gli atti soggetti al bollo: «Atti rogati, ricevuti o autenticati, certificati e copie rilasciati da notai od altri pubblici ufficiali». In questa categoria rientrano a pieno titolo i certificati anagrafici.
Tuttavia è opinione diffusa fra i cittadini che la pretesa del bollo sui certificati sia un semplice capriccio dell’operatore di anagrafe. Analizziamo in questo contributo il comportamento corretto che l’ufficiale d’anagrafe deve tenere allo sportello in seguito ad una richiesta dell’utente.
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