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Il Parlamento europeo dà il via libera al Regolamento sull'intelligenza artificiale (AI Act)
Il Regolamento definisce cosa sia un “sistema di IA”, stabilisce il campo di applicazione e punta a bilanciare innovazione e protezione dei diritti

Approvato in via definitiva dal Parlamento europeo il Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale (AI ACT), che dovrà ormai solo attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per essere pienamente in vigore. Dopo un lungo iter legislativo il Regolamento è legge e tutte le aziende e le PA dovranno adeguarsi alle nuove norme dell’Unione, che, come tutti i regolamenti, sono self executive e dunque non richiedono alcuna legge di recepimento, entrando direttamente nel corpo legislativo nazionale di ciascun Stato membro.

>> IL TESTO DELL’AI ACT

Il fulcro dell’AI Act fa riferimento alla precisa definizione di intelligenza artificiale. Questo punto cruciale, che ha sollevato notevoli dibattiti, è essenziale per delineare l’ambito di applicazione della normativa: ciò che rientra nel quadro regolamentare e ciò che ne rimane escluso. Inizialmente, la Commissione UE aveva proposto una definizione flessibile di “sistema di IA”, successivamente rivisitata per allinearsi alla definizione dell’OCSE. Ora l’AI Act identifica i sistemi AI come entità automatizzate capaci di adattarsi e influenzare realtà fisiche o virtuali. Comprendere queste sfumature sarà vitale per navigare i nuovi requisiti e responsabilità introdotti.

Le regole dell’AI Act, così come era avvenuto per il GDPR, entreranno in vigore scaglionate nel tempo, lasciando alle aziende e alle PA il tempo per prendere confidenza con il nuovo Regolamento, anche se il mercato tenderà a premiare chi si adeguerà tempestivamente invece di aspettare l’ultimo minuto (come avvenne nel maggio 2018 quando divenne pienamente operativo il GDPR, entrato in vigore ben due anni prima e snobbato dai più).
I tempi sono comunque ridotti: entro sei mesi dall’entrata in vigore dovranno essere eliminati gradualmente i sistemi vietati dall’AI Act, entro dodici si applicheranno le norme di governance generali a tutte le aziende e le PA. Entro due anni dall’entrata in vigore il Regolamento sarà pienamente applicabile, comprese le norme per i sistemi ad alto rischio.

Il AI Act si applicherà a tutti i soggetti che producono strumenti con tecnologia AI rivolti al mercato europeo, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica. Ciò significa che anche le aziende non europee dovranno adeguarsi se desiderano operare nel mercato europeo. Tuttavia, sono previste alcune eccezioni, come i sistemi AI per scopi militari, di difesa o di sicurezza nazionale, quelli per scopi di ricerca scientifica e i sistemi utilizzati a scopo personale.

L’approccio del AI Act si basa sul concetto di rischio, con i sistemi AI suddivisi in quattro categorie: a rischio minimo, limitato, alto ed inaccettabile. Sono vietati usi come la manipolazione dei comportamenti delle persone, la categorizzazione biometrica in riferimento ai dati sensibili, il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro o a scuola e i sistemi di punteggio sociale.

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