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Il rilancio della carta di identità elettronica
Lo scorso 23 dicembre il Ministero dell’Interno ha emanato il decreto che disciplina tecnicamente le caratteristiche e le modalità di rilascio della Carta d’identità elettronica

Lo scorso 23 dicembre il Ministero dell’Interno di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione ha emanato il decreto che disciplina tecnicamente le caratteristiche e le modalità di rilascio della Carta d’identità elettronica alla luce del superamento del progetto DDU – Documento Digitale Unificato. Il decreto ministeriale è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 302 del 30 dicembre 2015 e attua l’art. 10, comma 3 del decreto legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito con modifiche nella legge 6 agosto 2015, n.125.
Alcuni punti fondamentali del decreto:
1. La stampa e consegna della nuova CIE spetta al Ministero dell’Interno/Poligrafico dello Stato e non più ai Comuni
2. I Comuni di residenza e dimora si limita a prendere la domanda, caricando i dati anagrafici, foto, firma e impronte nella nuova piattaforma di rilascio – CIEonline
3. Sparisce la banda ottica e compare la tecnologia RFID per lettura a contatto della carta.
4. A seguito della domanda della CIE, viene rilasciata una ricevuta e una parte del PIN/PUK
5. La CIE e la seconda parte del PIN sono trasmesse all’indirizzo dichiarata in fase di richiesta entro 6 giorni lavorativi
6. Contestualmente alla richiesta, il cittadino potrà rendere la sua dichiarazione di assenso o diniego in materia di donazione post morte di organi e tessuti mentre le revoche di assenso si dovranno formalizzare all’ASL o presso la struttura Ospedaliera o in fase di rilascio di un nuovo documento.
7. La CIE sarà richiedibile anche previo prenotazione di un appuntamento e anche presso i Consolati
8. Il vecchio documento sarà distrutto dal Comune con relativo verbale
9. Il cartellino digitale sarà consultabile dalle Questure per il tramite del Centro Nazionale dei Servizi Demografici.
Nei prossimi mesi verificheremo lo stato di avanzamento del progetto che per input dell’UE non può più essere dilazionato dopo ben 19 anni dalla sua istituzione.
Alessandro Francioni


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