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Nessuna residenza agli immigrati irregolari

Interrogazione parlamentare sulle iniziative volte ad escludere l’iscrizione anagrafica per gli immigrati ospitati nei centri di accoglienza

“Mai nessun profugo precederà un italiano nell’erogazione dei servizi che gli enti e le istituzioni italiane devono agli italiani”
Il ministro dell’Interno Alfano ha risposto così al Question Time di ieri alla Camera dei deputati in merito ad articoli apparsi sulla stampa che hanno preoccupato i sindaci, poiché paventavano la possibilità di accesso da parte dei profughi ai servizi sociali erogati dai comuni, già con difficoltà, ai propri cittadini.

«Tengo a precisare – ha detto Alfano – che l’iscrizione e le variazioni nei registri anagrafici sono previste per i soli cittadini stranieri, regolarmente residenti in Italia, in possesso di un regolare permesso di soggiorno e per i richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza, per i quali il Centro rappresenta il luogo di dimora abituale ai fini della iscrizione cui ho fatto riferimento. Quindi non c’è nessuna innovazione rispetto a quanto disposto dal testo unico dell’immigrazione e anche dal decreto legislativo n. 142 del 2015, che sono le due fonti che disciplinano la materia e la circolare alla quale si fa riferimento circolare non è, perché io non ho firmato nessuna circolare, ho firmato una nota di chiarimento, fornendola ad una prefettura in risposta ad uno specifico quesito sulla materia. È sempre dunque una fonte primaria, per di più di derivazione comunitaria, ad avere confermato per i richiedenti la protezione internazionale e il diritto alla iscrizione anagrafica. La fonte nazionale è il decreto legislativo n.142 del 2015 che, in associazione, in combinato disposto con il testo unico sull’immigrazione, regola a livello nazionale la materia e la fonte comunitaria è data dalle direttive n. 32 e 33 del 2013.


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