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Riforma Madia: non tutto è da rifare dopo l’intervento della Consulta
Alcuni dei primi commenti alla decisione della Corte Costituzionale n. 251 dello scorso 25 novembre hanno proclamato il “fallimento della Riforma Madia”, ma la pronuncia certamente non travolge l’intera legge n.124/2015, né tutti i decreti già emanati in sua attuazione.

La sentenza evidenzia preliminarmente che le disposizioni esaminate intervengono in distinti settori e coinvolgono varie materie, rispetto alle quali è innanzitutto necessario verificare se ve ne sia una di competenza statale da ritenersi prevalente, poiché ciò escluderebbe in radice la violazione delle competenze regionali. Per contro, laddove questo non risulti possibile e si delinei una concorrenza di competenze statali e regionali in materie tra loro “inestricabilmente connesse”, il legislatore statale è tenuto a rispettare il principio di leale collaborazione (ex artt. 5 e 120, Cost.), attraverso adeguati strumenti di coinvolgimento delle Regioni e degli Enti Locali, sorgendo così la necessità del ricorso all’intesa (ex art.3, D.Lgs. n. 281/1991).

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