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Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza

L’Istat pubblica una nuova indagine sul fenomeno migratorio nel nostro Paese mettendo in evidenza questa fase particolarmente delicata del fenomeno caratterizzata dai nuovi flussi motivati dalla ricerca di asilo politico e protezione internazionale e non più dalla necessità di lavoro.
Durante il 2016 sono stati rilasciati 226.934 nuovi permessi, il 5% in meno rispetto all’anno precedente. Il calo ha di nuovo riguardato soprattutto le migrazioni per lavoro (12.873) – diminuite del 41% rispetto al 2015 – che rappresentano ormai solo il 5,7% dei nuovi permessi.
Nel contempo aumentano sempre più i minori stranieri che diventano cittadini italiani: mentre nel 2011 solo il 32,3% dei neoitaliani aveva meno di 30 anni, nel 2016 gli under 30 sono stati quasi 95 mila, rappresentando il 51,3% del totale.
Il Centro-Nord è l’area con la più alta presenza: quasi il 35,8% dei cittadini non comunitari regolarmente presenti ha un permesso rilasciato/rinnovato nel Nord-ovest, il 26,2% nel Nord-est e il 24,1% al Centro; il 13,8% ha un permesso rilasciato/rinnovato nel Mezzogiorno.
La regione in cui si collocano prevalentemente gli stranieri non comunitari è la Lombardia (25,5%), seguita dall’Emilia-Romagna (11,5%) e dal Lazio (11,0%); in queste regioni si registra, tra il 2016 e il 2017, una diminuzione delle presenze, tranne nel Lazio che mostra una sostanziale tenuta.
Le province nelle quali si concentra la presenza non comunitaria sono: Milano, Roma, Brescia, Torino, Bergamo e Firenze. Nelle province di Milano (11,9%) e Roma (9,3%) vive un quinto degli stranieri non comunitari. Per otto delle prime dieci collettività la regione prevalente di presenza è la Lombardia; per i cittadini del Bangladesh è il Lazio e per i moldavi il Veneto.
Circa 61 mila dei giovani nuovi cittadini, sottolinea il report, sono nati in Italia. Si tratta quindi di un numero sempre più rilevante di giovani che ogni anno transitano dalla cittadinanza straniera in quella italiana, e nel corso dell’ultimo anno, nel 67% circa dei casi, questo passaggio è avvenuto senza che i giovani interessati abbiano mai vissuto direttamente l’esperienza migratoria.
E’ aumentato il numero di coloro che ricevono la cittadinanza per trasmissione dai genitori e di coloro che, nati nel nostro Paese, al compimento del diciottesimo anno di età, scelgono la cittadinanza italiana: sono passati da circa diecimila nel 2011 a quasi 76 mila nel 2016.
I nuovi permessi per motivo di asilo e protezione umanitaria arrivano a 77.927, il 34% del totale dei nuovi permessi.
Nigeria, Pakistan e Gambia sono le principali cittadinanze delle persone in cerca di asilo e protezione internazionale; insieme coprono il 44,8% dei flussi in ingresso per questi motivi.
Tra i migranti giunti in Italia nel 2012, solo il 53,4% è ancora presente al 1° gennaio 2017.
I cittadini non comunitari regolarmente presenti al 1° gennaio 2017 sono 3.714.137. Le prime dieci cittadinanze coprono il 61,6% delle presenze. I paesi più rappresentati sono Marocco (454.817), Albania (441.838), Cina (318.975), Ucraina (234.066) e Filippine (162.469).
Le prime dieci collettività per numero di presenze registrano tra il 2016 e il 2017 un decremento. La flessione più rilevante interessa quelle di più antico insediamento come il Marocco e l’Albania, che perdono rispettivamente 55.633 e 41.121 permessi. La diminuzione è in gran parte riconducibile al crescente numero di acquisizioni di cittadinanza ed è perciò un segnale di stabilizzazione sul territorio.

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