Che fine faranno le C.I.E., le SNS, le impronte digitali sulla C.I. ecc. ecc.? Sembrerebbe che non vi siano le risorse

Che fine faranno le C.I.E., le SNS, le impronte digitali sulla C.I. ecc. ecc.? Sembrerebbe che non vi siano le risorse

Dopo le “mille proroghe” e la loro proroga (al 31/12/2011) con una serie di dPCM 25/3/2001, si pensava che dal 1/1/2012 forse poteva anche aversi non solo e non tanto l’apposizione delle impronte digitali sulla C.I. (che a legislazione in atto vigente (art. 31 D.L. 25/6/2008, n. 112, art. 3, 3 D.L. 30/12/2009, n. 194, art. 1, 1 D.L. 29/12/2010, n. 225 e, infine, uno dei dPCM 25/3/2011) dovrebnbe essere obbligatoria da tale data), ma altresì la “generalizzazione” del rilascio della CIE (con la sua sostituzione, dal 1/1/2006 (sic!) da parte di questa delle C.I. cartacee.
Lentamente, si è smesso di parlare di C.I.E., per fare riferimento prima alla CNS e, poi sempre di più, all’art. 66 CAD (D.Lgs. 7/3/2005, n. 82 e succ. modif.), che al co. 8 considera come le tessere di riconoscimento rilasciate dalle amministrazioni dello Stato, mente al co. 8.bis, aggiunto dall’art. 37, 1 L. 18/6/2009, n. 69 e modif. dall’art. 1, 101 L. 23/12/2009, n. 191, prevede(va) che, fino al 31/12/2011, la carta nazionale dei servizi e le altre carte elettroniche ad essa conformi possano essere rilasciate anche ai titolari di carta di identità elettronica.
Ora “corre voce” che, dopo numerosi solleciti da parte del Ministero per la P.A. e l’Innov., il Ministro dell’economia e finanze, con 3 lettere del 4/10/2011, abbia rappresentato, in particolare per la produzione e il rilascio del documento d’identità elettronico per i dipendenti pubblici (ma anche su altri temi sottopostigli) che “occorre ancora individuare la specifica copertura finanziaria necessaria per l’emissione dello stesso da parte delle singole amministrazioni”. “Non può invece sottacersi – si legge ancora nella lettera – che, anche alla luce delle recenti misure adottate in materia di stabilizzazione finanziaria, la probabile ampia richiesta delle tessere da parte dei pubblici dipendenti potrà comportare difficoltà nel reperire le necessarie risorse da parte delle amministrazioni interessate”.
Il ministro “condivide” comunque “l’importanza del provvedimento” e “assicura la disponibilità” degli uffici del Tesoro a “individuare” in raccordo a quelli della Funzione pubblica “le opportune soluzioni”.
Insomma, tutti d’accordo, se non fosse che – particolare trascurabile? – non vi sono i soldi.

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