Commorazione dei Defunti, spending review anche i cimiteri italiani?

Commorazione dei Defunti, spending review anche i cimiteri italiani?

Il numero, uscito il 30/10/2012, di “Quindici”, newseltter telematica di FederUtility , presenta, tra l’altro, un intervento titolato: “Commemorazione dei defunti, spending review anche per i cimiteri italiani? ”, il cui testo si riporta:   “ ….. “I Cimiteri italiani registrano un drammatico peggioramento delle condizioni del servizio, a causa dei tagli e di una legislazione incoerente. Non è più sostenibile che il servizio pubblico funerario e cimiteriale sia garantito ai cittadini grazie alla buona volontà dei singoli operatori, nella generale indifferenza della politica”. Così Adolfo Spaziani, Direttore Generale di Federutility – la Federazione che associa le imprese dei servizi idrici, energetici e funerari-cimiteriali, alla vigilia della Commemorazione dei Defunti.
La stretta di bilancio, cui gli enti pubblici proprietari della gran parte dei Cimiteri sono soggetti, incide pesantemente sulla qualità di un servizio pubblico indispensabile e socialmente sensibile. Si registra anche la tendenza dei Comuni a ritirarsi dalle gestioni cimiteriali. La mutevolezza e la disorganicità del quadro normativo completa il disastro dei servizi funerari e cimiteriali: da oltre dieci anni è attesa una norma nazionale per l’intero comparto, che al contrario rimane impigliato nelle maglie dell’eterna riforma dei servizi pubblici locali.
Le diversificate norme regionali complicano poi un quadro legislativo persino contraddittorio.
Per Spaziani, “l’avvitamento del Legislatore su norme che si pretendono generali ma si applicano ai più diversi settori – come il caso dei servizi funerari e cimiteriali – è paradossale e non più ammissibile. Auspico – conclude il Direttore di Federutility – che il governo Monti mostri una diversa sensibilità su questi temi, perché la crisi economica non può travolgere e sminuire anche il valore simbolico e identitario di questi luoghi”. Sono 16.000 i cimiteri italiani, in massima parte “comunali”, che rispondono ad una “domanda” di sepolture di circa 585.000 defunti all’anno, delle quali la maggioranza trova risposta nella tumulazione (oltre il 52%), nell’inumazione (oltre il 33%) e nella cremazioni (prossimo al 15%
. ….”
Si soggiunge una considerazione, integrando l’auspicio per una “diversa sensibilità” governativa, riguardante quanto poco, per non dire nulla, si parli di questi temi in “casa” ANCI, che, almeno sulla carta, dovrebbe costituire una sede privilegiata.

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