ELETTORALE - Election day ed elettori all’estero

E' veramente onerosa, per gli uffici elettorali comunali, la gestione degli elettori all'estero

Approfondimento di U. Coassin

E’ veramente onerosa, per gli uffici elettorali comunali, la gestione degli elettori all’estero. In occasione delle prossime consultazioni elettorali, soprattutto per i comuni interessati, oltre al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, anche alle elezioni regionali o comunali, o a entrambe, gli adempimenti sono davvero compositi. Perché la legge 27 dicembre 2001, n. 459 ha permesso agli italiani residenti all’estero di votare solo per le elezioni politiche e ai referendum nazionali per corrispondenza, senza essere costretti a rientrare in Italia, mentre ciò non è possibile per regionali e amministrative. Per il referendum è, comunque, previsto l’esercizio dell’opzione di voto in Italia da parte degli elettori residenti all’estero (A.I.R.E.).
L’opzione va inoltrata alla rappresentanza diplomatica o consolare (art. 4, comma 2, legge n. 459/2001), entro 10 giorni dalla data di pubblicazione del DPR di convocazione dei comizi elettorali. A questi elettori, e a quelli residenti negli Stati con i cui Governi non sono state concluse le intese in forma semplificata o che non garantiscano l’esercizio del diritto di voto (art. 23 del DPR 02/04/2003, n. 104), deve essere spedita la cartolina avviso.

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