Elezioni comunali e contrassegni: il grillo parlante non parla più

Elezioni comunali e contrassegni: il grillo parlante non parla più

In un comune erano state presentate 2 liste, una delle quali facente capo al movimento che ruota attorno a Beppe Grillo, altra che riportava una scritta circa un grillo parlante (ed altro), cosa che ha indotto la CECirc , alla ricusazione, confermata dal T.A.R. per la regione Piemonte, Sez. 2^, con sent. n. 446 dell’11/4/2012.
Il Consiglio di Stato, Sez. 5^, sent, n. 2145 del 16/4/2012 ha, a propria volta, respinto l’appello, considerando come il divieto di presentare contrassegni di lista uguali o facilmente confondibili con quelli presentati da altre liste elettorali risponde alla duplice funzione di tutela della libertà del voto (in attuazione dell’art. 48, comma 2 della Costituzione) sotto il profilo della formazione del libero convincimento di cui il voto vuole essere manifestazione e di garanzia della correttezza e della lealtà della competizione tra le formazioni politiche di fronte al cittadino elettore.
Finalità del divieto è perciò la correttezza dello svolgimento delle operazioni elettorali nel loro insieme e non l’interesse di uno solo dei partecipanti alla competizione (Cons. Stato, sez. V, 7.11.2005, n. 6192). La giurisprudenza è quindi orientata a garantire al massimo la libertà del voto sul piano della formazione della volontà, ma perché ciò si realizzi in termini sostanziali e non solo formali, al di fuori di condizionamenti di alcuna natura, occorre che i messaggi rivolti all’elettore siano chiari e la non confondibilità dei contrassegni tra di loro non può allora che riferirsi all’intero loro contenuto espressivo, con particolare attenzione anche all’aspetto testuale.

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