La dipendenza demografica nei comuni italiani

La dipendenza demografica nei comuni italiani

Il rapporto tra la popolazione residente in età non attiva (da 0 a 14 anni e da 65 anni e oltre) e la popolazione in età lavorativa (da 15 a 64 anni) moltiplicato per cento calcola l’indice di dipendenza demografica, che misura il peso economico e sociale che la popolazione attiva deve sopportare al fine di garantire le esigenze dei più giovani o dei più anziani, che essendo in età non lavorativa non possono soddisfare autonomamente le proprie necessità. Il progressivo allungamento dell’età della popolazione residente nel nostro paese ha provocato uno squilibrio generazionale che ha determinato, a sua volta, una graduale crescita dell’indice di dipendenza demografica. Ed infatti tale indice sale dal 49,1% del 2002 al 52,3% del 2011. Tale trend crescente si registra complessivamente nelle amministrazioni distribuite nelle regioni centro-settentrionali del paese: i comuni del Friuli-Venezia Giulia presentano tra inizio e fine periodo la crescita più significativa (+7,1%) passando da 49,1% a 56,2%, seguiti da quelli della Lombardia e della Valle d’Aosta (rispettivamente +6,4% e +6%). Le amministrazioni localizzate nelle regioni meridionali, ad eccezione di quelle pugliesi e sarde, registrano, all’opposto una contrazione del dato. Nei comuni del Molise tale indice passa da 54,9% del 2002 a 52,3% del 2011, con uno scarto pari a -2,6%. Seguono le amministrazione calabresi e lucane con una riduzione del dato rispettivamente pari -1,7% e -1,6%.

Tabella 1 – L’indice di dipendenza nei comuni italiani, per regione, 2002/2011
Regione Indice di dipendenza  
  2002 2011 Scarto 2002/2011
Piemonte 50,0% 55,6% 5,6%
Valle d’Aosta 47,5% 53,5% 6,0%
Lombardia 45,8% 52,2% 6,4%
Trentino-Alto Adige 49,4% 52,7% 3,3%
Veneto 46,6% 51,8% 5,2%
Friuli-Venezia Giulia 49,1% 56,2% 7,1%
Liguria 57,0% 61,8% 4,9%
Emilia-Romagna 51,7% 55,2% 3,6%
Toscana 51,9% 56,3% 4,3%
Umbria 53,9% 56,2% 2,3%
Marche 53,1% 55,7% 2,6%
Lazio 46,7% 51,0% 4,3%
Abruzzo 52,5% 52,1% -0,4%
Molise 54,9% 52,3% -2,6%
Campania 48,8% 48,1% -0,6%
Puglia 48,4% 49,9% 1,5%
Basilicata 52,1% 50,5% -1,6%
Calabria 50,9% 49,2% -1,7%
Sicilia 51,6% 50,8% -0,8%
Sardegna 42,7% 46,5% 3,8%
ITALIA 49,1% 52,3% 3,2%
Fonte: elaborazione Centro Documentazione e Studi Anci-Ifel su dati Istat, anni vari

A livello nazionale, nel 2011, emergono due andamenti contrari: se nei comuni delle regioni del centro-nord si registrano generalmente valori superiori alla media nazionale (52,2%), nelle amministrazioni delle regioni meridionali l’indice di dipendenza demografica è inferiore al dato medio italiano. Eccezioni rispetto a questa tendenza generale sono rappresentate dalle realtà amministrative lombarde (52,2%) e venete (51,8%) al nord e laziali (51%) al centro. L’indice medio di dipendenza più elevato si trova, invece, nelle realtà locali della Liguria (61,8%), mentre il più contenuto in Sardegna (46,5%).

La cartografia illustra come i comuni con un indice di dipendenza demografica inferiore alla media nazionale sia circoscritto in poche aree del paese, localizzate, al nord, nella pianura padano-veneta, lungo le zone di confine del trentino – Alto Adige, al centro nelle realtà amministrative del Lazio ed al sud in Campania, in Puglia, nella Sicilia sud orientale e nelle zone settentrionali della Sardegna. Si registrano, invece, valori particolarmente elevati, superiori al 70%, nelle amministrazioni localizzate nel nord del paese, in Liguria, sia lungo il confine con il Piemonte che con l’Emilia-Romagna, e in alcune aree al confine italo-francese, nonché lungo la dorsale appenninica centrale.

Figura 1 : L’indice di dipendenza nei comuni italiani, 2011

Fonte: Fondazione IFEL

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