Ma come sono “cattivi” i comuni: segnalazione dell’A.G.C.M.

Ma come sono “cattivi” i comuni: segnalazione dell’A.G.C.M.

Il presidente dell’A.G.C.M:, in un’intervista all’Huffington Post (edizione italiana) ha affermato come le regioni, province e comuni siano uno “scoglio” in materia di liberalizzazioni perché non applicano le leggi o decidono in senso loro opposto, richiedendo una ridefinizione dell’assetto regionale e delle autonomie locali, avendo gli sforzi fatti finora in funzione di una maggiore liberalizzazione ” prodotto risultati inferiori alle aspettative, lavoro “va continuato”.
L’intervista è stata un modo per pubblicizzare la segnalazione AS 988 del 2/10/2012, in cui questi concetti sono ampiamente ribaditi.
In fondo, quando i comuni a conoscenza (ed in rappresentanza) dei bisogni delle comunità locali ritengano di individuare moduli organizzativi di un certo tipo, dovrebbero rinunciare a questo ruolo esponenziale in nome delle accademiche concezioni sulle liberalizzazioni. E, possibilmente, accentrando le decisioni, meglio se in capo all’A.C.G.M. che sembra perfino insofferente sia del Governo che del parlamento, tanto da evidenziare, in neretto, nella segnalazione, le parole “nel pieno rispetto dell’autonomia del Governo (… autonomia del Governo? – sic!) e del Parlamento”. Excusatio non petita …. Autorità indipendenti …, ma quanto e da chi?
Leggendo la segnalazione, prima che essa si addentri nella formulazione di proposte per i diversi settori, si notano valutazioni in contrasto con la Costituzione, non esenti da un attacco ad istituzioni democratiche (tanto che si ammette, sempre in neretto, che vi siano regioni ed EE. LL: … “virtuosi”, giusto per attenuare), che si collocano nel fascio di altri interventi, recenti, nello stesso senso da parte (anche) di componenti del Governo, quali (es.) il Min. per la P.A. e la Semplificazioni.

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