Mario Balotelli e la cittadinanza

Mario Balotelli e la cittadinanza

Nel corso di recenti eventi sportivi, si è spesso parlato di Mario Balotelli, evidenziandone alcuni aspetti sulla cittadinanza.
Comprensibilmente, non si chiede ai mass media di essere, tecnicamente, precisi nelle loro affermazioni, ma per chi abbia un po’ di dimestichezza con la materia della cittadinanza, dell’adozione e dintorni, qualche cosa non “quadra”.
Infatti, se vi sia stata un’adozione, come potrebbe desumersi dal nome e cognome, questa avrebbe comportato la determinazione della cittadinanza (art. 3 L. 5/2/1992, n. 91), rendendo poco probabili i riferimenti alla determinazione della cittadinanza italiana che sarebbe avvenuta dopo la maggiore età.
Se vi sia stato un affidamento familiare, potrebbe anche aversi avuta l’elezione della cittadinanza italiana (art. 4, 2 L. 5/2/1992, n. 91), ma, in tal caso, dovrebbe essere indicato con il nome e cognome originari, dato che, seppure nato in Italia, né l’affidamento familiare, né l’elezione della cittadinanza (nella fattispecie) comportano un cambiamento di nome e cognome, se non con i procedimenti di cui Titolo X RSC. Per altro, sempre i mass media, dopo avere sottolineato le doglianze della madre (adottiva?) circa le difficoltà per cui era comunque “tecnicamente straniero”, hanno evidenziato come prossimamente il Parlamento dovrebbe discutere proposte di modifica alla legge sulla cittadinanza, con forti orientamenti verso l’introduzione di principi di c.d. jus soli .
Tra l’altro, nelle varie discussioni che, da più parti, vengono fatte sulle esigenze di una modifica della legge sulla cittadinanza (qualificata, da alcuni commentatori, come: “. tuttora in vigore .”, quasi a ritenerla un “vecchio arnese”, non più funzionale), e sulle proposte di fare ricorso al principio dello jus soli, in alternativa allo jus sanguinis (questioni che hanno origini di varia natura e rispondono a logiche diverse, nessuna delle quali da affrontare in termini assolutistici, meno ancora di giudizi di valore), verrebbe da ricordare quanto fosse equilibrato l’ormai lontano art. 3 L. 13/6/1912, n. 555, che coniugava lo jus soli ad un qualche rapporto stabile con il territorio, in ciò differenziandosi da quelle situazioni in cui lo jus soli era assunto in termini assoluti, assolutezza che ha visto Stati che l’utilizzavano “storicamente” ritornare sui propri passi.

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