CITTADINI STRANIERI - Permesso di soggiorno Ue di lungo periodo anche ai beneficiari di protezione internazionale

Approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legislativo che attribuisce lo 'status' a rifugiati e titolari di protezione sussidiaria, favorendone la mobilità nell'Unione

Il consiglio dei ministri ha approvato ieri, su proposta del ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi e del ministro dell’Interno Angelino Alfano, il decreto legislativo che, recependo la direttiva europea 2011/51/UE, consente in sostanza il rilascio del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo anche ai beneficiari di protezione internazionale (rifugiati e titolari di protezione sussidiaria), che attualmente ne sono esclusi.  Lo schema del decreto legislativo era stato approvato il 9 ottobre scorso, a pochi giorni dal naufragio di Lampedusa, nell’ambito delle misure per l”emergenza immigrazione’.

Il decreto – sul quale sono stati acquisiti i pareri favorevoli delle Commissioni parlamentari competenti – favorisce l’integrazione del titolare di protezione internazionale, spiega la presidenza del consiglio nel comunicato stampa. Il provvedimento attribuisce infatti al titolare di protezione internazionale, alle stesse condizioni previste per gli altri cittadini stranieri, uno status ulteriore di soggiornante di lungo periodo che può essere mantenuto anche in caso di cessazione della protezione internazionale e che ne agevolerà la mobilità all’interno dell’Unione europea.

Nella stessa seduta è stato approvato anche un decreto legge in materia penitenziaria per il contrasto al sovraffollamento carcerario che, tra le altre cose, modifica la disciplina dell’espulsione per detenuti non appartenenti all’Unione europea ampliando la platea dei potenziali destinatari della misura. Tra gli obiettivi c’è quello di dare piena attuazione a quanto dispone la legge n.189/2002 (Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo) in tema di espulsione alternativa alla detenzione. Il decreto prevede l’avvio delle procedure di identificazione fin dal momento dell’arresto, riducendo il transito di persone dal carcere ai Centri di identificazione ed espulsione (Cie).

La presidenza precisa che la novità normativa riguarda detenuti che, espiata la pena, sarebbero comunque espulsi, rimanendo fermo che le espulsioni saranno disposte nei limiti delle risorse disponibili.

Qui il testo del comunicato stamap del Consiglio dei Ministri n.41

 

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