CITTADINI STRANIERI - Sì del Ministero all’esame di maturità del ragazzo ucraino senza permesso di soggiorno

Potrà sostenere l’esame di maturità, il ragazzo di origine ucraina con nessuna insufficienza in pagella ma senza permesso di soggiorno. Il ministero dell’Istruzione ha contattato il provveditore di Milano per chiedere chiarimenti in merito alla vicenda del ragazzo iscritto all’istituto tecnico Natta di via Don Calabria. La scuola voleva impedirgli di sedersi assieme ai compagni di classe sui banchi del primo scritto dell’esame di Stato. Il motivo? «Irregolare» con il permesso di soggiorno. Per il ministero, invece, «ci sono gli strumenti amministrativi per risolvere la questione». E se «l’unico ostacolo è il permesso di soggiorno il ragazzo va ammesso», anche se la scuola voleva escluderlo.

LA DECISIONE DELLA SCUOLA – «Una decisione a poco più di una settimana dalla prima prova, che ha scatenato un polverone nel mondo della scuola milanese». Martedì pomeriggio, «in Provveditorato c’è stato un tam tam di telefonate per cercare di capire che cosa abbia spinto l’istituto ad una scelta così drastica». A commentare l’accaduto anche il provveditore, Giuseppe Petralia: «Non spetta alla scuola fare il poliziotto – dice – Quel ragazzo ha seguito un normale iter scolastico, ha sostenuto compiti in classe, interrogazioni e ha voti superiori al sei. Non vedo il motivo- conclude Petralia nell’intervista- perché lo si debba fermare, abbiamo il compito di tutelarlo».

LA DENUNCIA – È stata la madre dello studente ucraino a rivolgersi al Provveditorato agli Studi quando ha saputo che il figlio non era stato ammesso alla maturità. Lo ha riferito Rosa Montesanto, referente per gli studenti stranieri e docente del ragazzo di origine ucraina. «Fino a quando era minorenne non avevamo il dovere di chiedere documenti e presupponevamo che tutto fosse in regola – ha proseguito la docente -. Quando è venuto alla luce il problema ci siamo subito attivati tramite la Caritas di Milano e abbiamo fissato un appuntamento in Questura per regolarizzare sia la madre che il figlio. La donna non è andata all’appuntamento e ci ha assicurato che se ne sarebbe occupata da sola: non lo ha fatto e, in aggiunta, si è rivolta al Provveditorato denunciando la scuola». Lo studente, secondo quanto ha riferito la scuola, era in possesso solo del passaporto ucraino in quanto la madre, che lavora come badante, non avrebbe il permesso di soggiorno. Il problema è venuto alla luce a novembre quando, in occasione di una visita didattica al carcere di Bollate (Milano), per ragione di sicurezza la scuola ha raccolto i documenti degli alunni. Così si è saputo che il ragazzo, arrivato in Italia tre anni fa, era privo del permesso di soggiorno. A giugno i documenti non erano ancora in regola, così il consiglio di classe ha deciso di non ammettere il ragazzo alla maturità. «Non ci ritenevamo in diritto di aggirare le leggi italiane – ha aggiunto Montesanto -. Ma viste le polemiche che ci sono state, avremmo dovuto aggirare l’ostacolo e far passare tutto sotto silenzio – anche perché il ragazzo ha ottimi voti e supererà tranquillamente l’esame di maturità».

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