CITTADINI STRANIERI - SPRAR – Presentato il rapporto annuale, 29.761

Sprar – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – struttura portante dell’accoglienza dei migranti. Lo confermano sia i numeri – quelli dell’Atlante 2015, il rapporto annuale presentato oggi a Roma nella Sala conferenze dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) – sia le valutazioni del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, del capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero Mario Morcone e del presidente dell’Anci Piero Fassino, in altre parole i vertici dei soggetti coinvolti nella gestione del Sistema, il ministero dell’Interno e l’Anci, intervenuti alla presentazione.

I numeri

Nel 2015 sono state 29.761 le persone accolte dalla rete dello Sprar, che conta su circa 800 comuni, per un totale di 21.613 posti di accoglienza e 376 enti locali titolari di un progetto di accoglienza e integrazione. Il Lazio ha il primato delle presenze, 22,4% dei posti totali, 2.500 posti solo a Roma), seguono la Sicilia (20,1%), la Puglia (9,4%) e la Calabria (8,9%).

Grazie ai progetti attivati sono stati erogati 259.965 servizi, soprattutto per assistenza sanitaria (20,7%) e formazione (16,6%). Se la prima si conferma l’ambito principale in cui si concentrano i servizi, risultano in crescita quelli finalizzati all’inserimento sociale e lavorativo dei migranti, mentre sono 8.291 le figure professionali a vario titolo impegnate nell’attuazione dei progetti.

I numeri descrivono, sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo, un modello di accoglienza fondato sulla collaborazione con le comunità locali e i territori e sull’integrazione che però, secondo i comuni coinvolti, risente della contemporanea presenza di forme di gestione “straordinaria”, tanto che rappresenta meno di un quarto delle varie soluzioni esistenti a oggi in Italia.

Verso un modello unico di accoglienza

«Indietro non si torna: lo Sprar è il cuore del nostro sistema di accoglienza», ha assicurato Manzione, sottolineando che «l’obiettivo condiviso non può che essere quello di ampliarlo per favorire integrazione e sviluppo di nuove professionalità».

I dati, ha confermato Morcone, evidenziano «correttezza della scelta strategica di puntare allo Sprar come sistema di riferimento per la seconda accoglienza». È necessario, ha proseguito riferendosi all’accoglienza straordinaria “extra” Sprar, «trovare un equilibrio», per superare gradualmente il circuito straordinario «attraverso un parallelo aumento del circuito ordinario di accoglienza strutturale dei comuni attraverso il sistema Sprar».

Per questo sarà approvato a breve un decreto «che permetterà di superare la logica dei bandi, definendo un sistema di accesso sempre aperto» ai comuni interessati, e consentirà «l’accreditamento permanente di tutti i progetti attivi a oggi e in futuro con anzianità di 3 anni di attività».

Tutto questo in linea con il Piano di riparto delle accoglienze nello Sprar sugli 8000 comuni italiani presentato dall’Anci al ministero, che permetterà, secondo Fassino, di «orientare fin da subito il sistema di accoglienza in maniera sostenibile, diffusa ed equa», perché «adeguatamente parametrato alla popolazione residente».

La messa a punto, invece, di un sistema di incentivi per i comuni che accolgono, invocato dal delegato Anci per l’immigrazione e l’integrazione Matteo Biffoni, «non è agevole», ha detto il sottosegretario all’Interno, «ma è una strada che stiamo cercando di percorrere e su questo obiettivo ci impegnamo».

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